Il Medio Oriente ed il destino di un trapanese

Il re in visita alla eccellenza italiana estera, come simbolo di una Trapani laboriosa

02 Gennaio 2022 05:10
Il Medio Oriente ed il destino di un trapanese

Foto copertina dell’articolo riprende il re Vittorio Emanuele in visita alle saline realizzate dall’industrioso trapanese, ma andiamo per gradi. Trapani ed il Medio Oriente, due realtà opposte ma accomunate dalla voglia di fare di Agostino Burgarella Ajola, il quale fu uno di quei imprenditori trapanesi che, alla fine del XVIII secolo, fecero la fortuna economica non solo personale ma anche di tutta la città di Trapani. Infatti operò nel settore del tonno e del sale non solo a Trapani, ma anche all'estero: impiantò saline ad Aden e tonnare a Tripoli, entrando in rapporti d'affari con l'India e la Cina.Lì diede vita alla Aden SALT Works ed entró di diritto tra le eccellenze italiane all’estero, tanto che un video dell’Istituto Luce riprende il re Vittorio Emanuele in visita alle saline fondate dal trapanese Agostino.

Sulla scia successivamente costruì le saline di porto di Said, Massaua, Porto Sudan e Aden, fino qualche tempo fa ritenute le più grandi saline del mondo. Questo operoso ed intraprendente concittadino inizió trasferendosi in Africa sin dai primi tempi dell'acquisto della baia di Assab e nel 1883 ottenne dal governo inglese la concessione per 99 anni del terreno di Aden. Dopo alterne vicende ha inizio una delle pagine più belle della trapanesità fuori dai confini italiani: si inizia ad esportare manodopera, materiali e capacità.

Ma non solo, Agostino è deciso ad investire su Trapani: si costruiscono ville, si bonificano territori di campagna (tanto che per aver apportato miglioramenti nell’agro trapanese riceve la medaglia d’onore), si cofondano banche (la Sicula e la banca del Popolo). Agostino è figlio di un’altra mente ingegnosa: Agostino Burgarella Nasta (seppellito nella chiesa di San Domenico con grandi onori), il quale fu uno di quei trapanesi che più diede alla costruzione dell’unico teatro di Trapani (che si trovava dove adesso c’è la banca d’Italia) chiamato Ferdinandeo prima e Garibaldi poi.

Agostino Burgarella Nasta donó una notevole somma per spingere la costruzione del Teatro in città e contribuì alla costruzione vera e propria pagando il progetto ed il conseguente inizio dei lavori - ricordiamo anche che molti trapanesi diedero dei piccoli ma significativi contributi per la costruzione del Ferdinandeo, regalando l’oro che avevano a casa o dando qualche moneta (anche per questo motivo il Teatro veniva detto ‘di tutti i trapanesi’. Padroni di un passato ingegnoso con una esperienza secolare nel commercio.

Di certo, personaggi come questo andrebbero ricordati anche con l’intitolazione ad una via cittadina, da esempio per le generazioni future.

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