Fratelli d'Italia: «Tranchida non sa che pesci prendere»

Il duro attacco della delegazione nei confronti del primo cittadino circa la tematica del mercato ittico.

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
11 Novembre 2021 10:33
Fratelli d'Italia: «Tranchida non sa che pesci prendere»

«Apprendiamo che il sindaco Tranchida, con l’ordinanza numero 133 del 5/11/2021, sposta il mercato ittico (al dettaglio) dall’attuale posizione sita sotto la tensostruttura vicino il porto peschereccio, alla struttura comunale al chiuso sita in via Cristoforo Colombo.

Con la prepotente ordinanza che mira a saltare ogni tipo di prassi che il caso prevede, dopo mesi di confronti infruttuosi con gli operatori della pesca totalmente scontenti dell’atteggiamento vago e pretestuoso dell’interlocutore, dopo la nomina (infruttuosa) ad hoc di un assessore incaricato a gestire la questione e dopo il denaro pubblico speso per ristrutturare i locali comunali al chiuso, il sindaco Tranchida trasferisce la situazione precaria e sul limite del legale, dallo stato “all’aperto” allo stato “al chiuso”». Così la nota a firma della delegazione provinciale di Fratelli d'Italia:

«Nella nota stampa partita dal sindaco si legge che: “nelle more che si concluda il procedimento amministrativo volto all'assegnazione dei banchetti prioritariamente agli operatori della piccola pesca”. Nota che conferma la situazione totalmente improvvisata e precaria. A che scopo? Con quale criterio si è scelto di vanificare il lavoro svolto nei mesi addietro?

La situazione è tanto grave e sotto gli occhi di tutti i cittadini. Basta fare una passeggiata al porto peschereccio trapanese per notare che, ad oggi, ci sono praticamente tre mercati al dettaglio distinti e separati. Il primo, sito sotto la tensostruttura, che come ribadito dalla stessa amministrazione è senza alcun criterio igienico sanitario e totalmente sprovvisto di ogni minima forma di logistica composto principalmente da pescivendoli. Il secondo improvvisato dai pescatori sui pescherecci, stanchi della totale assenza delle istituzioni, ed il terzo si snoda lungo il percorso che collega il primo ed il secondo. Quest’ultimo composto da chiunque decida di vendere del pesce».

«Ci siamo in queste ore confrontati con i pochi pescatori rimasti - si legge - per tanto chiediamo a Tranchida di frenare sull’apertura del mercato al chiuso con tale foga e di chiarire, agli operatori della piccola pesca trapanese, quanto segue:

  • Il criterio di accesso per gli operatori al futuro mercato ittico “provvisorio”;
  • Quali forze saranno predisposte ai controlli, se la Polizia Locale o dei tecnici del settore;
  • Che tipo di controlli sanitari, se ci saranno, si intende attuare;
  • Su chi peseranno i costi di gestione della struttura durante la transizione da “provvisorio” a
  • definitivo, l’amministrazione se ne prende carico o ricadrà sui futuri assegnatari dei

    banchetti;

  • Se gli eventuali danni, da incuria o corrosione, dei banchetti sono tenuti in considerazione.
  • In futuro dovranno essere assegnati dietro un pagamento;

  • La chiusura predisposta del mercato ittico “provvisorio” per i giorni festivi religiosi e civili,
  • rischia di essere una corsa all’illegalità».

    «Riempire comunicati di belle parole è semplice - si legge ancora - e non costa nulla alle casse comunali, ma di fatto nella precarietà del provvedimento assistiamo ad una vera e propria mancanza di contenuti. Questo testimonia quanto riferitoci dai pescatori e di certo giustifica la totale sfiducia nei confronti di chi dovrebbe tutelare la loro attività ed il futuro della categoria in città.

    La pesca è stata pilastro per la città di Trapani e potrebbe essere oggi un importante sbocco lavorativo per tanti giovani ma purtroppo, nessun padre lungimirante porterebbe per mare il proprio figlio con la certezza di non dargli un futuro». 

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