E’ finito il “secolo americano”… Ultimo atto? L’assalto al Congresso da parte degli ultras di Donald Trump (sempre più solo)

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
07 Gennaio 2021 10:07
E’ finito il “secolo americano”… Ultimo atto? L’assalto al Congresso da parte degli ultras di Donald Trump (sempre più solo)

Abbiamo tutti negli occhi quanto avvenuto ieri, alle ore 20 italiane, con ultras di Donald Trump, colui che ha governato gli Usa negli ultimi 4 anni ed uscito sconfitto dalle scorse elezioni presidenziali di novembre, che hanno tentato l’assalto al palazzo del Congresso americano che in quel momento stava ratificando la vittoria dello sfidante democratico Joe Biden. "Oggi non è la fine. E' solo l'inizio", ha affermato il presidente uscente durante il comizio davanti ai suoi sostenitori dopo che il Congresso aveva avviato la procedura per ratificare il voto dei grandi elettori e la vittoria di Joe Biden.

Da lì sono scattate le proteste dei suoi ultras e l’assalto al Congresso, scene che finora avevamo visto soltanto in altre latitudini e in Paesi dove la democrazia è stata sempre in bilico o, ancor peggio dove ha governato sempre un’oligarchia o addirittura un dittatore; spesso in questi contesti negli ultimi decenni erano intervenuti militarmente gli USA ed i suoi alleati al fine di “esportare” il modello democratico. Dopo gli avvenimenti di ieri si può dire che è proprio finito il "secolo americano" iniziato dopo la crisi economica mondiale del 1929 dalla quale gli Usa uscirono con il “new deal” del presidente Franklin D. Roosevelt  con le riforme che portarono al “welfare state”.

Dai conflitti europei e poi mondiali, gli Usa non sarebbero più usciti, arrivando, prima attraverso guerre roventi e poi guerre fredde, a plasmare un ordine mondiale che li aveva visti, vittoriosi o sconfitti, nella ragione o nel torto, sempre nel ruolo di guida del “mondo libero”. Oggi gli States sono un attore in cerca di ruolo, non più il regista.   Riavvolgiamo il nastro e riassumiamo quanto accaduto ieri a Washington. Sono state ore di grande tensione, la Guardia Nazionale è intervenuta in ritardo e solo dopo l’ordine del vice presidente Mike Pence.

Nel corso degli scontri una donna è stata raggiunta in maniera mortale da colpi di armi da fuoco all'interno del Congresso durante la protesta dei sostenitori di Trump. Nelle proteste sono rimasti feriti anche diversi agenti, e almeno uno di loro è stato trasportato in ospedale. La polizia di Washington ha evacuato due edifici governativi dopo che i sostenitori di Donald Trump hanno cercato di fare irruzione. I palazzi evacuati sono il Madison e il Cannon Building. La sindaca di Washington Muriel Bowser ha proclamato il coprifuoco a partire dalle 18 (la mezzanotte italiana) a seguito delle proteste dei fan di Donald Trump contro la certificazione della vittoria di Joe Biden.

Tutto è iniziato quando gli alleati di Donald Trump in Congresso si opposti alla ratifica dei voti dei grandi elettori dell'Arizona, dopo che quelli dell'Alabama e dell'Alaska erano stati certificati. A presentare l'opposizione è stato il senatore repubblicano Roy Blunt. L'obiezione ha fatto sì che la sessione congiunta del Congresso venisse interrotta, con la Camera e il Senato che sono tornate nelle rispettive aule per una discussione che poteva durare fino a due ore. “I repubblicani contestando la vittoria di Joe Biden, sostengono un tentativo di colpo di Stato".

Ha affermato il leader dei democratici in Senato, Chuck Schumer, nel corso del dibattito seguito all'obiezione sollevata da alcuni alleati di Donald Trump a ratificare i voti dei grandi elettori dell'Arizona. "La presidenza appartiene agli americani. Non ritengo che i padri fondatori volessero investire il vicepresidente con l'autorità unilaterale di decidere quali voti devono essere contati e quali no". Lo ha affermato Mike Pence in una nota sul conteggio dei voti elettorali. Il vicepresidente di fatto respinge così l'invito di Donald Trump a capovolgere il risultato elettorale in Congresso.

"Le elezioni non sono state rubate. Non ci sono stati brogli. Il Congresso non può nominarsi come il board delle elezioni": capovolgere il risultato delle elezioni significa danneggiare la repubblica per sempre. Lo ha affermato Mitch McConnell, il leader dei repubblicani in Senato, voltando le spalle al suo alleato degli ultimi quattro anni, Donald Trump. Insomma Donald Trump è sempre più solo. L'ipotesi di invocare il 25/o emendamento per rimuoverlo si sta rafforzando nel gabinetto del presidente, anche se l'idea non è stata ancora ventilata al vicepresidente Mike Pence.

Il 25/o emendamento della Costituzione prevede che il vicepresidente prenda i poteri nel caso il presidente muoia, si dimetta o sia rimosso dal suo incarico. D'accordo sulla rimozione anche alcuni leader repubblicani. Intanto si susseguono diverse dimissioni, dalla portavoce di Melania Trump al vice portavoce della Casa Bianca. E stanno valutando di lasciare anche il ministro dei Trasporti e il consigliere per la sicurezza Nazionale. Intanto Trump, che ieri è intervenuto con un video in cui ribadiva l'accusa di elezioni falsate invitando comunque i suoi fan a 'tornare a casa', è stato bannato temporaneamente dai principali social media, Twitter, Facebook e Instagram.

La condanna per l'assalto al Congresso statunitense è arrivata unanime da tutto il mondo. L'ex presidente Obama ha parlato di "grande disonore e vergogna" per gli Stati Uniti ma non "una completa sorpresa". La violenza, ha detto, è stata "incitata da un presidente che ha continuato a mentire sul risultato delle elezioni". "La violenza è incompatibile con l'esercizio dei diritti politici e delle libertà democratiche", le parole del premier italiano, Giuseppe Conte. Parole di condanna sono arrivate anche da tutti i leader europei, da Macron a von der Leyen e Johnson.

Protesta anche del mondo dello sport americano. Sono 13 i feriti e 52 le persone arrestate, molte per violazione del coprifuoco imposto dal "lockdown" causa emergenza coronavirus. Intanto il sindaco di Washington ha esteso l'emergenza pubblica per altri 15 giorni, fino al 21 gennaio, il giorno dopo l'insediamento di Joe Biden, appuntamento per il quale si temono nuovi forti tensioni. E, dopo il no di Camera e Senato alla prima obiezione sul voto in Arizona, il Congresso è tornato a riunirsi esaminando e contando i certificati dei voti del collegio elettorale, Stato per Stato.

Ma chi sono gli “ultras” di Donald Trump? Sono i militanti più duri e puri del suo elettorato. Ma anche gruppi organizzati del mondo di estrema destra e del suprematismo bianco, come i Proud Boys o il movimento dei Boogaloo, in alcuni casi vere e proprie milizie strutturate in maniera paramilitare.  E ancora, complottisti come i seguaci che si ispirano a QAnon. E' un universo variegato quello che si è riversato a Washington per contestare la vittoria di Joe Biden alle presidenziali americane e che ha preso d'assalto Capitol Hill, la sede del Congresso degli Stati Uniti in quella che con il passare delle ore assomiglia sempre più ad un'insurrezione.

A tutte queste compagini estremiste, rimaste per decenni ai margini della vita sociale e politica americana, Trump nei suoi quattro anni alla Casa Bianca ha dato voce. E ora, in una delle pagine più drammatiche della democrazia statunitense, il giocattolo che tanto consenso elettorale ha portato al tycoon è esploso, finito fuori controllo. I Proud Boys sono quelli che ad ogni occasione il presidente uscente chiama "patrioti", ma che i rapporti dell'intelligence Usa definiscono da tempo come "un pericoloso gruppo della supremazia bianca", un'organizzazione di stampo neofascista attiva non solo negli Stati Uniti ma anche in Canada.

Il loro leader, Enrique Tarrio, è stato arrestato proprio nelle scorse ore a Washington e poi rilasciato. Il gruppo, molto attivo sui social, è stato bandito di recente da Facebook, Instagram, Twitter e YouTube con l'accusa di incitamento all'odio e alla violenza. Altro movimento di estrema destra vicino ai gruppi neonazisti è quello dei Boogaloo. Organizzato spesso in forma di milizia armata, i suoi leader farneticano di una seconda guerra civile americana. Alcuni gruppi legati ai Boogaloo sostengono anche che la nascita e lo sviluppo di movimenti come Black Lives Matter porterà ad una vera e propria guerra per la razza.

Una delle ultime forme di lotta intraprese da diversi rami del movimento è stata quella contro le misure restrittive e i lockdown per combattere la pandemia. Chi nega la pandemia sono coloro che si ispirano a QAnon, una teoria del complotto di estrema destra secondo la quale esisterebbe un'ipotetica trama segreta organizzata da un presunto 'Deep State'. Poteri occulti che agirebbero contro Donald Trump e i suoi sostenitori. Francesco Mezzapelle    

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