"Detti e stradetti", modi di dire trapanesi: «Vinnisi tauli e trispa»

Quindicesima puntata della rubrica che analizza i detti tipici trapanesi

Maria Chiara
Maria Chiara Conticello
25 Aprile 2021 11:06

Non poche volte i tipici detti che utilizziamo prendono spunto dalle condizioni dei nostri nonni e continuano a trasmettere quel po’ di tradizione che, nel tempo, si dimentica. Uno di questi casi è il detto «Vinnisi tauli e trispa» che letteralmente può essere tradotto come «Vendersi i tavoli e i trespoli del letto». Il modo di dire viene utilizzato in tante occasioni: quando si consuma senza criterio (vendendo i mobili della camera da letto pur di non risparmiare) o quando si è ridotti alla miseria e si è obbligati a vendere quello che è necessario.

Più raramente, invece, il detto viene utilizzato per descrivere un litigio irreparabile tra sposi. Al di là del significato, l’importanza di questo detto è sicuramente quello di farci conoscere ciò che fino a poco tempo fa era ordinaria quotidianità. I mobili delle case, infatti, erano realizzati in maniera semplice e poco costosa ma indubbiamente duravano nel tempo. La camera da letto, poi, consisteva nei trespoli e nei tavoli. I primi si compravano alla fiera o dal fabbro ed erano costruite in ferro battuto.

Alti 45 centimetri e lunghi 85 centimetri, si appoggiavano a terra grazie a una base che aveva la forma di una mezza luna capovolta. Le famiglie più ricche, invece, portavano in dote due trespoli: uno per gli sposi e uno per i futuri figli. Sui tavoli, che facevano da rete, si appoggiavano poi i materassi. Anche per questi ci si basava sulla ricchezza: a volte erano di crine – utilizzati d’estate – e di lana – per l’inverno – e altre volte, invece, i letti venivano riempiti con la paglia.

Questa modalità, però, era poco comoda e causava tanti problemi alle donne. Donne che, però, hanno continuato ad accudire i figli e la casa senza mai lamentarsi, nonostante il letto fosse scomodo e le possibilità economiche in famiglia fossero poche. A volte così tanto scarse da doversi «Vinniri trispe e tavoli».

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