“Detti e stradetti”, modi di dire trapanesi: «Si mise l’acqua rintra»

La rubrica sui detti storici trapanesi

Maria Chiara
Maria Chiara Conticello
13 Febbraio 2021 22:16
“Detti e stradetti”, modi di dire trapanesi: «Si mise l’acqua rintra»

Lo scienziato ungherese Albert Szent-Gyorgyi diceva che l’acqua è la materia della vita, una matrice e una madre. 

Non esiste una vita senza acqua e i siciliani, che non poche volte hanno dovuto subire questa mancanza, lo sanno bene. L’arrivo dell’acqua nelle case trapanesi, infatti, fu difficile e non risale a un tempo molto lontano. Nei tempi di guerra, ad esempio, l’acqua veniva risparmiata e riutilizzata. 

Per i bagni e le docce si scaldava un po’ d’acqua sul fuoco – altre volte si lasciava intiepidire al sole –, si riempiva una bagnarola e, così, tutta la famiglia poteva lavarsi. L’acqua corrente era presente solo nelle case delle famiglie benestanti e quelli che non potevano permettersela, invece, riempivano i propri contenitori nelle fontane che, così, diventano un vero e proprio luogo di incontro. Una delle fontane più famose, dove l’acqua scorreva abbondantemente e dove le donne si rifornivano per i bisogni casalinghi, si trovava alla fine di Via Catito, al centro dell’omonima piazza. 

E, secondo alcuni, nacque proprio lì il modo di dire «Si mise l’acqua rintra» che, oggi, è possibile ritrovare in tutti i diversi dialetti siciliani – palermitano, catanese, ragusano –. 

Il detto, che letteralmente significa «Si è messo l’acqua dentro», viene usato per indicare qualcuno che si è messo in brutte situazioni. «Si mise l’acqua rintra» risale al passaggio dal sistema di distribuzione pubblico dell’acqua – fontane o vasche di raccolta – a quello privato, quando il Comune iniziò ad erogare a pagamento l’acqua che, finalmente, cominciò ad arrivare all’interno delle abitazioni attraverso gli allacciamenti alla rete idrica cittadina e ai relativi contatori. 

Non abituati all’acqua corrente, che arrivava nelle abitazioni solo ad orari precisi, le donne dimenticavano il rubinetto – in trapanese sciddrittu – aperto e quando veniva erogata l’acqua, solitamente la notte, si allagavano le case. Così, le casalinghe passavano giornate intere ad asciugare pavimenti o tappeti. Con il passare del tempo, e diventando tutto questo molto lontano, al detto si sono unite altre versioni.

«Si mise l’acqua rintra e u rubinetto fora» o «Si mise l’acqua rintra e u rubinetto all’astraco» sono solo due delle versioni più usate dai trapanesi di un detto che, nel bene o nel male, non può che descrivere la città di Trapani e, in generale, tutta la Sicilia. Chiara Conticello

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza