CGIL, ANPI e Punto Dritto contestano l’operato dell’assessore Andreana Patti

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
09 Marzo 2021 11:45
CGIL, ANPI e Punto Dritto contestano l’operato dell’assessore Andreana Patti

«Ringraziamo l’Amministrazione di Trapani per aver accolto la nostra proposta di intitolare un luogo alla trapanese Caterina Canino e alle sue due figlie Lucia e Rosalia Maltese, morte nell’incendio della fabbrica di camicette bianche a New York nel 1811». Sono le prime dichiarazioni di una nota congiunta tra CGIL, ANPI e Punto Dritto che puntano il dito contro l'assessora Andreana Patti. «Così come emerso dal prezioso studio della scrittrice Ester Rizzo, la quale non solo ha ridato dignità a questa storia ma ha permesso di rendere omaggio a queste donne migranti, sfruttate e morte sul posto di lavoro lontane dalla loro città di origine. Con questo spirito - si legge - già nel 2018, abbiamo proposto all’attuale amministrazione l’intitolazione di un luogo della memoria e abbiamo fornito il certificato di nascita di Caterina Canino. Abbiamo proposto un'idea che potesse avere un valore per tutta la cittadinanza trapanese, pertanto la scelta da parte dell’Amministrazione dell’intestazione di una saletta ci è sembrata importante anche per poter dare vita alla biblioteca in un’ottica di genere, ma non pensavamo che la nostra proposta fosse fagocitata dentro il progetto “Trapani e Donna e Madre"».

«Pertanto - prosegue la nota - oggi che le celebrazioni dell’8 marzo si sono concluse, non possiamo fare a meno di sottolineare il nostro rammarico per la gestione dell’evento da parte dell’assessora alla parità Andreana Patti. Abbiamo letto con attenzione il suo comunicato e abbiamo trovato fuori luogo la volontà di appropriarsi di una proposta che, al di là dell’intitolazione della saletta, voleva creare anche un momento di riflessione sulle siciliane che sono state donne migranti da un territorio che oggi accoglie altre donne migranti, sullo sfruttamento del lavoro femminile ancora così attuale e sulle morti sul lavoro che ancora oggi sono una piaga nel nostro paese.

Invece, abbiamo appreso che la nostra proposta è diventata un suggerimento per l’Assessora, la quale si è affrettata a organizzare un’iniziativa senza quella condivisione ideale con le associazioni promotrici, rinunciando a fare rete e non valorizzando il sano rapporto di scambio con le associazioni e le forze sindacali. Non possiamo che manifestare la nostra delusione per questo comportamento da parte di una politica di cui ci saremmo aspettate altro, consapevoli che sono proprio questi atteggiamenti che rendono la parità un obiettivo sempre più lontano da raggiungere.

Ci auguriamo che, finita la pandemia, così come promesso dal Sindaco si possa riprendere un ragionamento sulla storia di Caterina, Lucia e Rosalia perché non è la saletta che farà la differenza, ma l’obiettivo condiviso di far vivere i valori di questa storia».

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