“Ancora proteste e massima tensione nella Casa Circondariale di Trapani; nella giornata di ieri, si è verificato l’ennesimo episodio di protesta da parte dei detenuti del Reparto Mediterraneo: circa 100 detenuti si sono rifiutati di rientrare nelle proprie celle, generando disordini e una situazione di forte tensione che ha messo a dura prova il personale di Polizia Penitenziaria in servizio”.
Lo raccontano in un comunicato congiunto i segretari provinciali delle associazioni di categoria Sappe, Sinappe, Osapp, Uilpa, Uspp e Fns Cisl, spiegando che “i detenuti pretendevano la presenza del magistrato di sorveglianza e del provveditore regionale”.
La manifestazione di protesta è iniziata intorno alle 8 di ieri ed è proseguita fino alle prime ore di oggi.
“Per contenere la situazione, è stato necessario richiamare tutto il personale disponibile, compresi colleghi liberi dal servizio e agenti provenienti da altri istituti penitenziari limitrofi. – si legge nella nota – Soltanto dopo diverse ore di confronto e interventi intensivi, è stato possibile far rientrare tutti i detenuti nelle rispettive celle, evitando conseguenze fisiche per il personale”.
Nel documento congiunto, i sindacalisti Gaspare D’Aguanno (SAPPE), Rocco Parrinello (SINAPPE), Fausto Caruso (OSAPP), Vito La Torre (UILPA Polizia Penitenziaria), Arcangelo Poma (USPP) e Antonio Ficara (FNS CISL), “denunciano con forza l’insostenibile situazione di sovraffollamento, la grave carenza di organico e la decadenza della struttura fatiscente che affligge la Casa Circondariale di Trapani. La pressione detentiva ha raggiunto livelli critici e si rende necessario un intervento urgente degli organi competenti per prevenire il ripetersi di simili episodi”.
“Il personale di Polizia Penitenziaria – continua il comunicato – è stato costretto a operare per oltre 18 ore consecutive, dalle ore 8 fino alle 2 circa del giorno successivo, sacrificando tempo personale e familiare in nome del dovere e della sicurezza. È inaccettabile che, in uno Stato di diritto, gli agenti siano sottoposti a turni massacranti senza un adeguato supporto e riconoscimento”.
“Quanto accaduto a Trapani – evidenziano i sindacati di categoria – non può più essere considerato un caso isolato, ma rappresenta il sintomo di un sistema penitenziario in grave crisi, dove a pagarne le conseguenze sono principalmente gli operatori in uniforme. Per la Politica e l’Amministrazione Penitenziaria, purtroppo, sembra venire meno la priorità al benessere e alla vita familiare del personale”.
Le sigle sindacali ribadiscono quindi la richiesta di “interventi immediati, concreti e risolutivi per garantire sicurezza, dignità e condizioni di lavoro sostenibili all’interno della struttura”.
Infine, “le scriventi organizzazioni sindacali ritengono doveroso precisare che, pur avendo avuto conoscenza in tempo reale dei fatti accaduti, hanno scelto responsabilmente di non divulgarne subito la notizia. Tale decisione è stata dettata dalla volontà di evitare qualsiasi forma di strumentalizzazione e, soprattutto, di non mettere a rischio la sicurezza dei lavoratori impegnati nella gestione dell’evento, in un contesto dove sarebbe bastata una scintilla per compromettere gravemente l’ordine e la sicurezza dell’istituto.
Un contesto operativo ad altissima tensione, gestito con grande professionalità e senso del dovere da parte del personale di Polizia Penitenziaria, che merita un chiaro e concreto riconoscimento per l’impegno e la tenuta dimostrati. Tutto il lavoro di coordinamento, – viene sottolineato in conclusione – dall'inizio fino al termine di tutte le operazioni idonee a ripristinare l’ordine e la sicurezza dell’istituto, è stato direttamente seguito dal Comandante di Reparto e dal Direttore con il continuo supporto telefonico del Provveditore”.