“Nelle campagne del trapanese la dignità dei lavoratori e del lavoro viene sotterrata da un sistema di lavoro illegale che genera concorrenza sleale, danneggiando le aziende agricole che rispettano i contratti e la correttezza professionale e commerciale”.
Ad affermarlo sono i segretari Giovanni Di Dia della Flai Cgil, Massimo Santoro della Fai Cisl e Leonardo Falco della Uila Uil, dopo i controlli dei carabinieri del Comando provinciale di Trapani in diciotto aziende agricole del territorio che, nei giorni scorsi, hanno fatto emergere lavoro nero, sottopagato e irregolare, oltre alla mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro.
“Su ventotto lavoratori – dicono i sindacalisti – sette, di nazionalità straniera, impegnati nella coltivazione di meloni e angurie e ortaggi in serra, svolgevano attività in nero con turni che superavano anche le dieci ore di lavoro al giorno. Siamo davanti a datori di lavoro senza scrupoli e senza umanità che oltre a sfruttare i lavoratori li facevano vivere all’interno di alloggi degradati”.
Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, esprimono quindi apprezzamento per l’attività di controllo dei carabinieri e dell’Ispettorato del lavoro di Trapani, affermando che “è necessario fare emergere la realtà sommersa del caporalato e del lavoro nero attraverso controlli serrati che non diano tregua alle aziende agricole che sfruttano i lavoratori e che operano nell’illegalità”.
“Oggi più mai – concludono Di Dia, Santoro e Falco – riteniamo indispensabile l’attività sindacale che svolgiamo sul campo tra le lavoratrici e i lavoratori impegnati nelle coltivazioni all’aperto e nelle serre. Nello stesso tempo, non smetteremo mai di denunciare le aziende che non rispettano i contratti, la sicurezza e la dignità del lavoro e dei lavoratori”.