Alluce valgo, ne parliamo con il dottor Danilo Di Via

Nuovo approfondimento a cura del dottor Di Via.

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
10 Luglio 2021 14:00
Alluce valgo, ne parliamo con il dottor Danilo Di Via

L'alluce valgo è una patologia che colpisce l’articolazione metatarso-falangea del primo dito del piede, molto comune in età adulta colpisce principalmente le donne con rapporto 10:1. Si stima che in Italia circa il 40% delle donne ne sia affetta e la fascia d’età più colpita è tra i 40 e 60 anni. La patologia è caratterizzata dallo spostamento verso l'esterno della base dell'alluce e dalla deviazione della punta dello stesso verso le altre dita. Ha spesso carattere degenerativo nel tempo, provocando dolore, limitazione nel movimento del primo raggio e nei casi più gravi deformazioni più o meno marcate dell’avampiede. La cute dell’articolazione colpita tende ad apparire arrosata, dolente e con callosità (la cosiddetta cipolla).

La causa è spesso idiopatica, ma si è visto che vi sono alcuni fattori predisponenti, come: la familiarità, malformazioni congenite, utilizzo di calzature inadeguate (pianta stretta, tacco alto) ed alcuni tipi di artrite.La sintomatologia varia a seconda del caso, tuttavia la maggior parte dei pazienti lamentano dolore. Purtroppo ad oggi non vi sono particolari strategie di prevenzione per l’insorgenza di tale patologia, se non delle accortezze per cercare di diminuire la sintomatologia algica.La diagnosi è quasi sempre clinica, basterà infatti fare una visita specialistica, per valutare la deformità del primo dito, le eventuali limitazioni funzionali ad essa associata e l’eventuale coinvolgimento di altre dita.

Una radiografia del piede sarà utile per studiare il grado di deformità e studiare il trattamento più adeguato. Il trattamento varia in base alla gravità dell’alterazione anatomica e del dolore. Strategie conservative, consistono nel:

-Indossare scarpe con punta larghe e di pelle morbida, in modo da scaricare le forze di pressione.

-Applicazione di tutori in gel, che mantengano il piede in posizione corretta.

-Uso di farmaci antidolorifici e/o eventualmente infiltrazioni di cortisonici.

-Utilizzo plantari correttivi per distribuire uniformemente il peso del corpo e la pressione, aiutando a riallineare le ossa del piede.

-Applicazione di ghiaccio sulla zona interessata dal disturbo e di pomate antinfiammatorie: soprattutto dopo che si è stati a lungo in piedi, questo semplice rimedio può aiutare a lenire il dolore e l'infiammazione.

Quando l’approccio conservativo fallisce, o siamo di fronte ad una deformazione importante, si possono provare diversi approcci chirurgici, che variano in base al grado di deformità ed all’esperienza del chirurgo. Nei casi più lievi si potrà tentare la cosiddetta “chirurgia mini-invasiva”, tramite un approccio percutaneo e l’utilizzo di una piccolissima fresa, si eliminerà la sporgenza ossea e si correggerà l’anatomia dell’articolazione. Nei casi più gravi si procederà con la chirurgia tradizionale, in cui sarà necessario praticare delle incisioni cutanee e dei tagli ossei per correggere le deformità, utilizzando poi dei mezzi di sintesi (viti, fili di Kirschner, o placche) per mantenere nella corretta posizione l’alluce e se coinvolte, le altre dita.

Particolare importanza avrà il decorso post-operatorio indifferentemente dalla tecnica utilizzata, in cui per almeno 30 giorni si dovrà mantenere un bendaggio speciale ed in seguito utilizzare, per un periodo variabile di tempo, dei tutori ad hoc, per evitare la recidiva e permettere la corretta guarigione ossea.

Dott. Danilo Di Via

Medico presso:

Università degli Studi di Catania

Dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche

Sezione di Ortopedia e Traumatologia

Direttore: Prof. Giuseppe Sessa

Direttore di scuola: Prof. Vito Pavone

Ricercatore: Prof. Gianluca Testa

Resident Chief: Dott. Andrea Vescio

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