Alla scoperta di Via Catito

Si tratta di una via che conserva ancora oggi qualcosa della Trapani Antica.

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
25 Giugno 2023 16:00
Alla scoperta di Via Catito

Il Quartiere San Pietro si compone di tantissime vie ad oggi abbandonate ma che, in passato, erano il cuore pulsante della città. 

Una di queste è Via Catito, considerata il punto di incrocio di una zona abitativa che fu condivisa da ebrei e trapanesi.

Ci si può accedere da via XXX gennaio, da via Giudecca, da via degli Ebrei o da via Calvano. È una strada larga tre metri, tortuosa ma piena di cultura e storia trapanese. Anticamente la zona era costituita da abitazioni a due o tre piani, dove si viveva e si lavorava (da qui deriva il detto trapanese «casa e putia»).

Via Catito, insieme alla sua omonima piazza, era punto centrale del cuttigghio trapanese. Le abitazioni piccole, infatti, non permettevano il pieno svolgimento della vita sociale durante il giorno e ciò portava i cittadini a vivere la vita comune di vicinato nelle strade. Proprio per questi motivi nasce la parola Catitara, termine usato solamente nella città di Trapani con cui si descrive una donna con un’evidenziata litigiosità e un tono di voce molto alto.

Via Catito, però, non è soltanto un luogo che ha dato spunto ad alcune parole trapanesi che tutti noi utilizziamo ogni giorno. Solo attraversandola, infatti, possiamo vivere in pieno l’essenza della sua storia: gli slarghi selciati, in cui cresce muschio tra le pietre, che riportano alla dominazione araba; un vecchio lavatoio che ricorda le antiche usanze.

Al centro della piazza, poi, si può notare ciò che rimane di una fontana da cui le famiglie si approvvigionavano per bisogni casalinghi.

Essa non venne più usata quando il comune erogò l’acqua direttamente nelle abitazioni. Questa situazione causò però numerosi problemi alle donne che, dimenticando i rubinetti aperti, si ritrovavano le case allagate (da qui, si dice, deriva il detto trapanese «Si misi l’acqua rintra»). 

Ad oggi semi abbandonata, solo attraversandola si ha la sensazione di ritornare in una Trapani antica, dove si faceva della propria casa una putia e si viveva l’essenza di essere davvero comunità.

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