Ventitreesima puntata della rubrica storica che approfondirà le origini dei quartieri trapanesi: un ritorno al passato, per conoscere meglio la storia della città dei due mari e delle strade che ogni giorno percorriamo
Le vie di Trapani, soprattutto le più antiche, hanno avuto tante denominazioni che, con il passare del tempo, sono cambiate per diverse esigenze. A rimanere, invece, è l’originalità dei trapanesi che, nei tempi passati, si divertivano nel cambiare nomi alle vie attraverso le particolarità che queste strade avevano.
E questo è il caso, senza alcun dubbio, di via Poeta Calvino che, comunemente, viene chiamata Strada Pagghia Parallela di via Garibaldi, venne dedicata a un poeta trapanese del XVII secolo. Giuseppe Marco Calvino, questo il suo nome, era un vero e proprio talento. Cominciò, infatti, a comporre poesie fin dall’età di sei anni, amando soprattutto le opere satiriche e buffe. Le sue poesie si caratterizzavano per un linguaggio esplicito e pieno di vitalità ma erano anche definite dei veri e propri capolavori, grazie anche all’uso della forma dialettale ma scrisse anche tragedie teatrali, novelle e traduzioni.
Un ruolo importante, a Trapani, lo ebbe quando decise di battersi per la costruzione del Teatro Ferdinando, più famoso come Teatro Garibaldi.
Le sue opere rimasero per molto tempo inedite e molti trapanesi, purtroppo, non sono a conoscenza di una personalità così tanto importante per la città a cui è stata dedicata una delle vie più storiche di Trapani.
Nel periodo in cui visse il poeta Calvino – morì nel 1833 per un’epidemia di tifo – la strada ufficialmente chiamata Via Paglia anche negli atti pubblici e diverse sono le teorie sul perché di questa denominazione.
Secondo alcuni, infatti, l’origine del nome è da associare ai ricchi della città che, con l’espansione della città, si trasferivano nei palazzi nobiliari di Via Garibaldi. I nobili preferivano che la strada fosse spesso ricoperta di paglia per attutire il continuo rumore dei cerchi delle ruote delle carrozze sul lastricato in quanto, per accedere alle scuderie, era necessario passare da quella che poi venne chiamata Strata Pagghia.
Secondo altri, invece, il nome è dovuto ad un deposito di paglia posto in un cortile della via.
Entrambe le teorie, però, possono considerarsi collegate e, successivamente, si unirono ad una nuova denominazione della via, soprattutto negli anni Sessanta.
La strada, infatti, aveva dei problemi di illuminazione e quasi sempre era sempre buia. Diventava, così, una via presa d’assalto dai tanti innamorati che, nascondendosi, si scambiavano dei baci appassionati.
Proprio per questo motivo, i tanti ragazzi del quartiere di quegli anni hanno ribattezzato la via Calvino come la “Strada degli innamorati”.
Indubbiamente, però, è più famosa la denominazione Strada Pagghia che è sempre stata una delle vie più frequentate, anche per l’esistenza di un piccolo cimitero.
Di tutto questo, però, è rimasto ben poco. A rimanere sono solamente i ricordi di tutto quello che la strada nel passato è stata. E a rimanere, soprattutto, è la denominazione tradizione che porta tutti i trapanesi a conoscere Strada Pagghia, senza sapere dove sia Via Poeta Calvino.
Chiara Conticello
PH. Enrico D'Amico