La riduzione ulteriore delle quote di pesca di alcuni stock ittici, merluzzi del 38%, gamberi rossi del 29%, pesca tramite palangari del 25%, insieme alla limitazione dell’attività di pesca all’interno di specifiche GSA (zone di pesca), significherebbe la morte del settore ittico nel Mediterraneo. Nell’esercizio dell’attività di pesca è intrinseca la ricerca di nuovi specchi acquei e la capacità di allargare i confini per aumentare la produzione ittica; è irragionevole, quindi, limitarne lo svolgimento in riferimento sia alle zone di pesca (GSA) sia alla quantità da pescare. Il raggiungimento dell’obiettivo della Commissione Europea di rendere più sostenibile la pesca deve coincidere con il mantenimento della sostenibilità economica del comparto in guisa da garantire reddito soddisfacente agli armatori e ai pescatori.
Per ottenere questo risultato è necessario determinare le giornate annuali di pesca per peschereccio in funzione della tipologia di pesca autorizzata, così come recita il codice della navigazione: costiera locale, costiera ravvicinata, mediterranea o d’altura. Seguiremo attentamente la vicenda, pronti a intraprendere le più opportune azioni a difesa di un settore produttivo strategico per lo sviluppo economico del nostro Paese.