Un ricordo per il trentennale delle stragi del 1992 che ha commosso i telespettatori.
I nomi delle vittime della Strage di Capaci e di Via D’Amelio letti da Amadeus, invece, sono stati accompagnati dai presenti – tutti in piedi – con un lungo applauso di sottofondo.
«Era il 1992 – ha detto il presentatore del Festival di Sanremo – e quegli attentati sembrarono far scoprire al mondo intero la ferocia di Cosa Nostra».
Ospite speciale, proprio con l'obiettivo di ricordare i due magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, è stato lo scrittore napoletano Roberto Saviano.
«Ricordando Falcone e Borsellino – ha detto inizialmente Saviano – non stiamo semplicemente provando nostalgia ma li stiamo rimettendo in vita, sentendoli battere in noi nel profondo».
Lo show del palco più importante d’Italia si è così fermato per far vivere un momento di memoria collettiva, con protagonisti coloro che ormai da tutti sono definiti «Simboli di Coraggio».
Ma non solo Falcone e Borsellino. Saviano, infatti, ha ricordato tanti magistrati uccisi per mano mafiosa, noti ai tanti: Rocco Chinnici, Cesare Terranova, Gaetano Costa, Rosario Livatino, Ciaccio Montalto, Pietro Scaglione e Antonino Saetta. Un momento emozionante, inoltre, ha visto protagonista Rita Atria – la giovane di Partanna, collaboratrice di giustizia –.
Saviano, poi, ha nominato anche un altro giudice, sconosciuto sicuramente a quasi tutti i telespettatori ma con una storia che, al contrario di quanto si pensi, dovrebbe essere raccontata spesso: Alberto Giacomelli.
Un uomo dello Stato, che ha speso una vita per lo Stato ma dimenticato dallo Stato stesso. E noi vogliamo credere che averlo nominato sul Palco di Sanremo sia, seppur piccolo, un segno di cambiamento da parte dell'Italia. Quella Nazione che tanto dimentica e poco ricorda i suoi Servitori dello Stato che, pur sapendo di rischiare, hanno scelto di cambiare le cose.
«Il fango che ha colpito tutti loro – ha dichiarato Saviano – non è riuscito a sporcare il loro esempio. La loro azione ha portato molte persone a capire che era possibile, tramite il diritto, fare scelte coraggiose e avere così una vita diversa».