Pochissime città rispettano i valori per il biossido di azoto suggeriti dall’OMS ma tra queste c’è Trapani.
È quanto rivela il rapporto annuale di Legambiente “Mal’aria” che da anni studia l’inquinamento atmosferico nelle città italiane.
Una condizione critica, quella registrata da Legambiente, dove diciassette città superano – più del doppio – i valori di polveri sottili suggeriti dall’OMS. Undici, invece, risultano essere quelle più inquinate da PM 2.5 – con un superamento di oltre 4 volte i valori OMS – mentre sono tredici le province più inquinate da biossido di azoto – superando il limite per più di tre volte –.
Una condizione che sfiora leggermente Trapani. Per quanto riguarda il PM10 (le cosiddette polvere sottili) la provincia registra una media annuale di 20 microgrammi per metro cubo – dove il valore limite è 15 –.
Per quanto riguarda invece il N02, cioè il Biossido di Azoto – dove il valore suggerito è una media di 10 microgrammi per metro cubo – Trapani si attesta tra le cinque città in cui viene rispettato il parametro, con esattamente 10 μg/mc.
Indubbiamente una posizione positiva: il Biossido di Azoto, infatti, contribuisce fortemente a determinare fenomeni di smog e, quindi, provoca gravi effetti alla salute.
Ma solo questo valore non basta: occorrerebbe, infatti, rispettare tutti e tre i valori limiti suggeriti dall’OMS – che però nessun capoluogo di provincia italiano ha raggiunto –.
Proprio per questo sarebbe «fondamentale – come dichiarato da Legambiente – ridurre del 50%-60% le concentrazioni degli inquinanti atmosferici per non incorrere nei prossimi anni in nuove multe europee e per garantire ai cittadini “città pulite” dallo smog e per farlo servono interventi strutturali messi in campo da governi nazionali e regionali e dai comuni e che abbiano al centro la mobilità sostenibile».
