Referendum, Dario Safina: “Invito a votare NO, così si recide rapporto cittadini/istituzioni”

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
23 Agosto 2020 11:28
Referendum, Dario Safina: “Invito a votare NO, così si recide rapporto cittadini/istituzioni”

"Della mia esperienza politica ricordo tutto, ogni passaggio, ogni istante. Nulla è andato perso e ogni cosa mi è servita per maturare come uomo, professionista e dirigente politico. Uno dei momenti di maggior impegno ed in qualche modo travaglio è certamente stato il 2007, l’anno di fondazione del Partito Democratico. Ero segretario Provinciale del Democratici di Sinistra e partecipai alla cancellazione di un simbolo, per portarne la storia, le trazioni e le aspirazioni di cambiamento in una casa più grande, il Partito Democratico, appunto. Rammento che le discussioni che animavano quei momenti partivano dalla considerazione che la sinistra - da sola - non avrebbe potuto assicurare quei mutamenti nei rapporti economici e sociali, necessari ad uno sviluppo equo e solidale del Paese e dell’Europa. Da ciò la necessita di amalgamare le culture cattoliche democratiche, socialiste, laico repubblicane e della sinistra riformista in un grande Partito che sapesse cogliere i complessi bisogni del Paese, mettendoli a sistema, ridisegnando un nuovo e moderno concetto di solidarietà.

Qualcuno più di recente e certamente più autorevole di me ha scritto di una nuova via del socialismo. Tutto ciò, ovviamente, necessitava e ancora necessita della costruzione di un nuovo rapporto con la società, della creazione di un nuovo clima di fiducia tra le classi dirigenti ed i cittadini (invito a rileggere il dibattito sulle elìte della scorsa estate sul La Repubblica, ma non solo). Ebbene, in questo campo, purtroppo ho constatato come il PD, seppure ha governato più che dignitosamente (le riforme sui diritti civili, alcuni interventi in materia economica etc) - per ricostruire un rapporto con la società non si è affidato a coraggiose scelte politiche ma ad alcune scorciatoie e ciò per inseguire i populismi nella ricerca di un facile consenso.

Come dimenticare il dibattito sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che a mio avviso rappresenta, gestendolo con serietà e senza degenerazioni, una delle chiavi di volta per allargare le classi dirigenti e consentire al Paese di godere di una democrazia meno oligarchica (del resto la democrazia è pur sempre una forma di oligarchia - la migliore conosciuta). Cosa ha fatto il PD: ha addirittura proposto ed inserito nel programma di un governo a sua guida e poi votato a favore dell’abolizione del finanziamento pubblico.

Mai, secondo il mio parere avremmo dovuto farlo, avremmo piuttosto dovuto proporre un’ambiziosa riforma dello stesso, affinché la democrazia e la partecipazione fossero garantite. Ora, lo stesso sta avvenendo con il referendum costituzionale. In tanti con serena responsabile consapevolezza ci stiamo accingendo a votare <Si>, convinti che questa scorciatoia ci consentirà di far crescere il nostro consenso tra i cittadini. Probabilmente, nel breve periodo avverrà ma ciò non ricostruirà quel necessario rapporto di fiducia tra le classe dirigenti ed il popolo.

Per questo è necessaria la <Politica>, il coraggio di scelte ambiziose, che siano in grado di portare il Paese, nella sua interezza ad una crescita solidale e duratura. Lotta agli sprechi, investimenti (anche a debito) produttivi di ricchezza stabile, nuove politiche redistributive etc... Se non colmeremo questi vuoti, ed ho la presunzione di affermare che solo noi possiamo farlo, superato il breve periodo saremo travolti dai populismi e dai populisti. Dobbiamo avere il coraggio di affermare che la democrazia rappresentativa non è un costo ma uno strumento di difesa dei valori costituzionali ed anche delle legittime aspirazioni dei territori.

Con il taglio dei parlamentari non si riducono i costi, si recide, invece, il rapporto tra i cittadini e le istituzioni. Per queste ragioni, nonostante alle Camere i gruppi parlamentari abbiano già votato a favore del taglio degli eletti, al Referendum confermativo voterò ed inviterò a votare <<No>>" Dario Safina

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