“Migranti? La verità sta anche nel mezzo…”. Il punto di vista di un operatore sociale

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
27 Agosto 2020 09:14
“Migranti? La verità sta anche nel mezzo…”. Il punto di vista di un operatore sociale

Qualche giorno fa il governatore della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha emanato un provvedimento, poi impugnato dallo Stato, che prevede la chiusura degli hotspot e dei centri di accoglienza, giustificata a seguito della crescita dei contagi da covid-19.L’ordinanza di Musumeci ha riacceso il dibattito intorno alla questione migranti, dibattito ovviamente influenzato dalla politica e dalle ideologie.

Sulla questione abbiamo voluto ascoltare il punto di vista di un operatore sociale, il mazarese Rino Giacalone, che ha diretto dei “cara” e diversi “cas” (in foto copertina Rino Giacalone con dei ragazzi ospiti). Ecco quanto ci ha riferito:

Qualcuno spesso si chiede il perché i migranti scelgano le tratte irregolari di arrivo al posto di quelle regolari, insomma come mai si spostano, rischiando la loro vita e quella dei loro figli, su gommoni e imbarcazioni fatiscenti e non utilizzano un volo di linea? Perché affidarsi alla malavita organizzata e non utilizzare dei canali regolari di arrivo?

Per chi non lo sapesse, di fatto, l`Europa è una fortezza blindata. Per fare richiesta di asilo politico devi essere presente nello Stato che ti deve accogliere. Anche cercare di intraprendere un viaggio mascherandosi da turisti risulta alquanto improbabile visto che viene chiesto un visto turistico, il cosiddetto visto Schengen, dato a concessione altamente discrezionale. Per intenderci meglio: sei un funzionario benestante nel tuo paese e vuoi andare in vacanza? Il visto è tutto tuo. Sei un morto di fame, perseguitato, senza lavoro e chiedi il visto? Te lo puoi sognare, ti risponderanno quelli del Consolato.

Immaginate un barcone fatiscente pieno zeppo di anime che inizia la traversata del Mediterraneo, che ne so, vogliamo mettercene 150 a bordo? Alla semplice media di 2000 euro a capoccia chi organizza la tratta intasca poco di meno che la bellezza di 300 mila euro; si avete letto bene 300 mila euro in un solo colpo, qualcuno adesso capirà come mai sono in cerca di gommoni in ottimo stato.

Scherzi a parte, se tanto mi da tanto questa gente si ritrova a gestire giri da milioni di euro sulle spalle di questi sfortunati poveracci. Avete capito bene SFORTUNATI, perché nella vita non e` solo questione di pelle ma soprattutto di culo. Avere il culo, la fortuna, di essere nati dal lato giusto, nel posto giusto, non necessariamente deve essere sinonimo di irresponsabilità anzi dovrebbe essere l`esatto opposto, credo sia responsabilità del genere umano fortunato aiutare quelli che non lo sono. Ma questa e` un`altra storia basata su una sorgente chiamata umanità fatta di cuore e di cure, tutto un altro film, che magari affronteremo più avanti.

Ritorniamo a noi e restiamo nel reale, con i piedi per terra ben saldi. Come fare, come poter togliere questa tratta indecente dalle mani di chi ne approfitta e delinque? Beh, signori miei, la storia insegna che il modo e` e rimarrà in eterno uno e uno solo: LEGALIZZARE.

Già vedo qualcuno che si incazza e mormora: “Ma quale legalizzare? Al loro paese devo rimanere, non ne` possiamo piu` e bla bla bla”. Insomma tutta una serie di frasi fatte per chi e` abituato a ragionare più col cazzo che con la testa.

Faccio parte del fenomeno migratorio da decenni, ho assistito in prima linea gente disperata senza più speranza. Mi sono anche imbattuto in gente che non avrebbe meritato nessuna forma di accoglienza perché io non sono mai riuscito a fare di tutta l`erba un fascio e vi garantisco che sopra quei gommoni ci sta gente che non merita nemmeno un pezzo di pane una volta sbarcata in Italia. Ho visitato due anni fa l'hotspot di Lampedusa e che è paragonabile ad un lager, predisposto per qualche centinaio di persone e a volte arrivano a esserci 2000 persone e se non di più; nessun tipo di igiene e i servizi sono degli acquitrini a cielo aperto. Questa non è più accoglienza. E lì si apre tutto un altro meccanismo, quello delle colpe…

Torniamo però a concentrarci sulla parola LEGALIZZARE. Per intenderci meglio, a mio modesto parere, bisognerebbe fare ciò che andrebbe fatto sulle droghe leggere. Papà e mamma che state a casa sappiate che vostro figlio ne fa regolarmente uso e che in giro riesce a trovare marijuana e hashish con una facilità superiore che andare al supermercato sottocasa. Legalizzare tutto significherebbe togliere un business milionario dalle mani degli affaristi delinquenti e farlo gestire regolarmente e responsabilmente a gente che ci andrebbe pure a pagare le tasse. Su questa cosa delle tasse, in Italia, ci sarebbe da aprire un ulteriore capitolo di una enciclopedia di 800 mila pagine e forse manco basterebbero. Bisognerebbe che Tutti gli Stati membri dell’Unione Europea decidessero…”

Francesco Mezzapelle

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