Messina Denaro, l'autista Luppino: «Non sapevo chi fosse»

Per Luppino era «un’opera di solidarietà nei confronti di un uomo malato».

Maria Chiara
Maria Chiara Conticello
20 Gennaio 2023 11:22
Messina Denaro, l'autista Luppino: «Non sapevo chi fosse»

Un’opera di solidarietà nei confronti di un uomo malato. Si è difeso così Giovanni Salvatore Luppino, l’agricoltore 58enne arrestato lunedì perché autista dell’ex latitante Matteo Messina Denaro.

Accusato di procurata inosservanza di pena aggravata dall’associazione mafiosa, ieri è stato ascoltato all’udienza sulla convalida dell’arresto.

Luppino avrebbe negato di conoscere la vera identità di Messina Denaro perché «solo un pazzo potrebbe accompagnare un boss».

Secondo quanto dichiarato, Luppino avrebbe conosciuto l’ex latitante pochi mesi fa. A presentarli era stato Andrea Bonafede, l’uomo che ha prestato l’identità a Messina Denaro per i cicli di chemioterapia.

Luppino ha dichiarato che Bonafede aveva presentato il capomafia come suo cognato.

Poi lunedì, per la prima volta, Messina Denaro si presenta senza preavviso a casa di Luppino e gli chiede di accompagnarlo in clinica a Palermo.

Rimasto colpito dalla malattia dell’uomo, l’agricoltore ha deciso di accompagnarlo: per lui era la prima volta.

Una versione a cui il PM non ha creduto e che ha, dunque, chiesto la convalida del fermo e un nuovo ordine di carcerazione.

Secondo gli inquirenti, infatti, Messina Denaro non avrebbe mai avuto rapporti con una persona non fidata e questo rende Luppino «la persona più vicina allo storico capomafia trapanese e collaboratore certamente fidato di uno degli ultimi storici capi della stagione stragista e terroristico-mafiosa di Cosa nostra».

E poi c’è un altro dettaglio, non passato inosservato: Luppino, infatti, al momento dell’arresto aveva con sé un coltello a serramanico con una lama di 18,5 cm.

Luppino si sarebbe difeso dicendo di portarlo sempre con sé ma questa versione non ha convinto gli inquirenti che hanno reputato l’agricoltore un soggetto pericoloso.

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