“Una Punta di Sal”. Le tre scimmiette dell’omertà

Il fenomeno dell’omertà (e le facili generalizzazioni) in criminologia e le indagini sul “caso” Denise

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
20 Giugno 2021 11:05
“Una Punta di Sal”. Le tre scimmiette dell’omertà

Un silenzio colpevole. L’omertà è tra gli atteggiamenti umani il più odioso. Fare finta di non vedere, non sentire, decidere consapevolmente di non parlare, significa tradire se stessi prima che i nostri simili e la legalità. Chi tace, chi fa finta di non vedere e sentire, rinnega la propria coscienza e la coscienza collettiva. In criminologia comprendere il fenomeno dell’omertà e delle sue dinamiche è fondamentale per lo svolgimento delle indagini.

Il “caso” Denise ci insegna che un gruppo di persone è chiusa in un silenzio che non ammette repliche. Inutile insistere di fronte ad un muro di gomma. Denise però non è sparita da sola. Qualcuno sa e non vuole parlare mentre qualche altro assesta colpi di casco a giornalisti e frasi ingiuriose. A nessuno si chiede di pentirsi ma di chiarire alcuni episodi che potrebbero sbrogliare la matassa. Mazara, nella sua storia di criminologia, ebbe molti omertosi che hanno preferito finire nelle patrie galere pur di non confessare delitti ed altri crimini, ma ebbe anche alcuni uomini che vuotarono il sacco e contribuirono a fare un po’ di pulizia nella locale malavita e non solo.

Fra questi c’è sicuramente Vincenzo Sinacori che è stato un uomo d’onore e che ha iniziato a collaborare nel 1996. Due mesi prima era stato arrestato. Ha confessato diversi omicidi, eseguiti alcuni, anche alla presenza di Matteo Messina Denaro. Sinacori entra in Cosa Nostra nel 1981 e diventa uomo d’onore di Mazara del Vallo. Dopo l’arresto cominciò a raccontare le vicende e i personaggi della mafia in provincia di Trapani perché ha voluto dare un sterzata alla sua vita.

Mazara, città omertosa? Sale in cattedra il presidente del Consiglio comunale Vito Gancitano che il 5 giugno scorso ha dichiarato: “La verità su Denise la vogliamo tutti e la chiediamo a gran voce da anni. Ma non per questo si può continuare ad additare la nostra Città come omertosa e mafiosa. Poche mele marce, come esistono in tutte le parti del mondo, non possono catalogare un'intera comunità - dice - E' ora di dire basta a queste continue e assurde illazioni contro tutti gli onesti cittadini di Mazara del Vallo, che sono la stragrande maggioranza.

Chi sa parli! E non vuole essere un semplice slogan, ma un vero e proprio appello. Ma la parte sana, laboriosa e generosa della nostra Città non può più essere definita omertosa. Bisogna finirla con queste generalizzazioni che fanno solo male a una collettività che non lo merita. Abbiamo lottato e continueremo a farlo per l'affermazione della legalità e della verità e non possiamo più accettare che chicchessia ci definisca una Città di omertosi e mafiosi”.

Omertà significa: “Solidarietà diretta a celare l’identità dell’autore di un reato. Quella solidarietà che, dettata da interessi pratici o di consorteria, oppure imposta da timore di rappresaglie, consiste nell’astenersi volutamente da accuse, denunce, testimonianze, o anche da qualsiasi giudizio nei confronti di una determinata persona o situazione: tutti sapevano, ma nessuno osò infrangere il muro dell’omertà“. (Vocabolario Treccani)

Le 3 scimmiette (vedi foto di copertina) simboleggiano: non vedo, non sento, non parlo. A seconda delle situazioni, capita un po’ a tutti di comportarsi come le 3 scimmiette ma in realtà ognuno di noi: Vede benissimo, Sente perfettamente, Parla e troppo spesso straparla. L’omertà è un silenzio doloroso che giorno dopo giorno annichilisce lo spirito di chi l’agisce e di chi la subisce. Nell’espressione: “Tutti sapevano ma” nella parola tutti, quel ‘ma’ suona come la possibilità di fare la differenza ma scegliere scientemente, di voltare la faccia dall’altra parte, standosene con le mani in mano.

L’uomo per sua natura è sì, un animale razionale e sociale ma troppo spesso si dimostra un essere avido, egoista ed egocentrico, soprattutto quando si sente minacciato. Quando gli uomini, in parte per necessità e in parte per piacere si uniscono tra loro, nasce la società. Ogni società è simile agli uomini che la costituiscono e per questo motivo ogni corpo sociale mette in atto le stesse dinamiche comportamentali degli individui che lo compongono. Ogni società civile è regolamentata dalle leggi, dalle norme etiche, dai principi morali, dagli usi, dai costumi, dalle tradizione e dalle innovazioni.

In passato la famiglia, nucleo fondante della società, si basava sull’autorità e sulle regole imposte dal capofamiglia. Oggi la famiglia si fonda sulla relazione alla pari tra i membri che la compongono. La legalità si sviluppa in seno alla famiglia.

Purtroppo l’omertà è simile ad un veleno che si insinua nell’esistenza individuale e sociale annichilendo, di giorno in giorno, lo slancio vitale di ogni singolo individuo e di conseguenza, del corpo sociale in cui è inserito. L’omertà è tra i disvalori più pericolosi e dannosi alla vita individuale e sociale poiché trasforma ogni vitalità e creatività in una lenta, quanto inesorabile agonia e morte dello spirito. Ognuno di noi ha la possibilità di lasciare traccia di sé nella memoria altrui. Fai che la tua impronta non sia lasciata nella sabbia così come avviene per chi è omertoso. Scrive Oriana Fallaci: “Vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre”.

Salvatore Giacalone  

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