Motopesca mitragliato dai libici, Giacalone: “hanno sparato ad altezza uomo”

Il racconto del comandante ferito. L’Aliseo in porto a Mazara questa mattina. Aperta indagine dalla procura di Roma

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
08 Maggio 2021 05:54
Motopesca mitragliato dai libici, Giacalone: “hanno sparato ad altezza uomo”

Il peschereccio "Aliseo" è in rotta verso Mazara del Vallo dove arriverà nella prima mattinata di oggi. Il natante è stato colpito nel pomeriggio del 6 maggio da colpi d'arma da fuoco sparati da una vedetta libica: sette gli uomini di equipaggio a bordo tra i quali il comandante Giuseppe Giacalone (in foto di copertina) che è rimasto ferito in maniera non grave, colpito da schegge di vetro frantumato a seguito degli spari. Il grave episodio è avvenuto in acque internazionali, a 35 miglia dalla costa libica, ma all'interno della Zona che unilateralmente i libici considerano "Zona di protezione di pesca". La Marina Militare è intervenuta sul posto con nave Libeccio: un intervento che ha scongiurato ulteriori tentativi di assalto da parte delle vedette libiche. 

«Sto bene, non preoccuparti». Una telefonata di pochi minuti per rassicurare il figlio, il giovane armatore Alessandro, e confermare che presto sarà a Mazara del Vallo con tutto il suo equipaggio. «Sono stati pochissimi minuti trascorsi al telefono satellitare di bordo, durante i quali, dalla voce di mio papà –ha detto Alessandro Giacalone- ho potuto constatare che stava bene e che era rimasto ferito solo lievemente. Mio papà mi ha riferito che i colpi d’arma da fuoco sono stati sparati ad altezza d’uomo - spiega Alessandro Giacalone - e la prova è il fatto che alcuni vetri della cabina di comando sono andati in frantumi.

I cocci lo hanno colpito alla testa, mentre un proiettile lo ha ferito di striscio a un braccio». A bordo dell’Aliseo ci sono sette uomini d’equipaggio, compreso il comandante: cinque sono italiani, due tunisini. Il motopesca era uscito venti giorni fa per una lunga battuta di pesca del gambero rosso. La zona dove ieri è avvenuto l’abbordaggio da parte della motovedetta libica è particolarmente pescosa, battuta dai pescherecci della marineria mazarese. 

La motovedetta 'Obarì in dotazione alla Guardia Costiera libica, quella che ha sparato all’Aliseo, è stata ceduta alle autorità di Tripoli dall’Italia, nell’ambito della fornitura di mezzi navali per rafforzare il contrasto all’immigrazione clandestina da parte della Libia. La motovedetta, quando era in servizio in Italia, si chiamava 'G92 Albertì: era in dotazione alla Guardia di Finanza e faceva parte della classe 'Corrubià, motovedette d’altura con 14 persone di equipaggio lunghe 27 metri. E’ stata cancellata dal ruolo speciale del naviglio militare dello Stato il 10 luglio del 2018 in seguito al decreto che ha disposto la cessione alla Libia di 12 motovedette, dieci 'Classe 500' della guardia Costiera e due unità navali della classe 'Corrubia”. 

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo riguardante l’episodio accaduto ieri nel Mediterraneo, dove un peschereccio siciliano è stato mitragliato dai libici e il comandante è rimasto ferito. L’indagine, apprende l’AGI, è stata delegata ai carabinieri del Ros. Al rientro del peschereccio, i rilievi sull'imbarcazione saranno fatti dalla Sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale di Trapani. Il comandante della fregata Libeccio ha già prodotto una relazione su quanto avvenuto. Anche in occasione del sequestro dei 18 pescatori che si concluse a dicembre era stata la procura della capitale a condurre l’indagine.

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