“Un gruppo di barche turche ci ha impedito di potere pescare in acque internazionali”. A dichiararlo al telefono è stato Luciano Giacalone, armatore del motopesca “Michele Giacalone” che lo scorso 3 maggio dopo aver subito un abbordaggio in acque internazionali da una motovedetta libica, preceduto da spari che hanno colpito lo stesso peschereccio; soltanto l’intervento della nave miliare “Alpino” ha evitato il sequestro. Luciano Giacalone aveva così indicato al suo comandante di allontanarsi da quelle acque pericolose e di raggiungere il Mediterraneo Orientale per potere continuare la bordata di pesca a gambero rosso. Purtroppo anche in quell’area le cose si sono messe male.
“Il mio peschereccio insieme ad un altro mazarese, il “Sangiorgio I”, si trovava in acque internazionali a nord-est di Cipro, davanti la Siria, quando è stato bersagliato da pietre lanciate da almeno 10 piccole imbarcazioni turche. Ci hanno detto che non dovevamo più pescare lì. Erano già accaduti episodi simili, ma mai di questa portata. Non bastava solo la Libia, adesso anche nel Mediterraneo orientale ci viene impedito di pescare. Vorrei sapere dal Governo italiano che dobbiamo fare?”.
Giacalone ha avvertito dell’accaduto il Comando generale delle Capitanerie di Porto, l’assessore regionale alla Pesca Toni Scilla, e il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, che si trova a Roma per una missione dedicata proprio alla questione Libia dopo l’attacco di una motovedetta di Misurata al peschereccio “Aliseo” che ha portato al ferimento del comandante Giuseppe Giacalone.
Non vorremmo che fossero i pescatori di Mazara del Vallo a pagare i rapporti tesi che negli ultimi tempi si registrano fra Italia e la Turchia di Erdogan che tra l'altro è molto presente da circa un anno anche nella Libia Tripolitania con uomini e mezzi che avrebbero sostenuto il Governo di Al Serraj contro le forze di Khalifa Haftar padrone della Cirenaica; la Turchia ha intrapreso grossi investimenti in Libia dove anche il Governo Draghi avrebbe intavolato trattative per accordi economici.
Francesco Mezzapelle