In questo fine settimana un popolo si alzerà in piedi per dire “No” al liberticida ddl Zan sull’omotransfobia, ora in discussione in Parlamento. Da Milano a Bari passando per Roma, Napoli, Firenze e Palermo cento città hanno già detto no ad una legge liberticida. E no all’istituzione di un nuovo reato, quello di omotransfobia, appunto, che non viene definito dal legislatore, lasciando così enormi spazi a interpretazioni e derive liberticide che colpiranno tutti coloro che si esprimeranno pubblicamente in modo non allineato al mainstream.
In caso di approvazione del testo, sarà possibile per chi gestisce una palestra vietare, ad un uomo che si “si sente donna”, l’ingresso nello spogliatoio delle donne? Sarà possibile per un genitore chiedere che il figlio non partecipi ad attività scolastiche inerenti temi sensibili sulla sessualità se sono realtà che gravitano nel mondo cosiddetto Lgbt? Sarà ancora possibile per un sacerdote insegnare la visione cristiana del matrimonio? Sarà possibile dire pubblicamente che la pratica dell’utero in affitto è un abominio o dirsi contrari alla legge sulle unioni civili? Per tutte queste domande il ddl sull’omofobia ha una sola risposta, NO.
Ecco perché scendiamo in piazza. Per la libertà di espressione, per la libertà di educazione, per la libertà di stampa, per la libertà di associazione, per la libertà religiosa. L'appuntamento è a MARSALA IN PIAZZA LOGGIA, SABATO 1 AGOSTO ORE 18. 00 Scenderemo in piazza in silenzio, a distanza di due metri l’uno dall’altro, chi leggendo un libro e chi con un bavaglio sulla bocca, a simboleggiare la portata liberticida di questo progetto e la volontà di zittirci.
Tra i promotori dell'iniziativa anche padre Bruno de Cristofaro icms, che ha voluto sottolineare i motivi che l'hanno spinto ad appoggiare la veglia che si terrà a Marsala. "Il motivo è molto semplice- afferma padre Bruno- ed è che io credo fermamente nella libertà. Nella libertà di opinione, nella libertà di pensiero, nella libertà di espressione. Libertà che è messa in serio pericolo, anzi che è definitivamente negata dal ddl contro l'omofobia. La posta in gioco infatti non è la violenza o l'ingiusta discriminazione contro le persone con tendenza omosessuale.
Chi come me - prosegue- veglierà pacificamente contro il ddl Zan, aborrisce ogni forma di violenza e di odio, ogni forma di ingiusta discriminazione. Ma tutte queste cose sono già reati penalmente perseguibili dalla legge italiana. Chiunque subisce un'aggressione, verbale o fisica che sia, è già tutelato dalla legge. Istituire una categoria di persone più tutelata di altre, è quanto di più antidemocratico e antiegualitario si possa pensare. In tal senso, il ddl contro l'omofobia farebbe cadere uno dei principi cardine di ogni democrazia: ossia, che LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI. Di più, sotto sotto l'ambigua fattispecie di reato non meglio definita come "incitamento all'odio omofobico" si farà ricadere ogni forma di dissenso rispetto al pensiero LGBT.
I promotori del ddl- dichiara padre Bruno- lo hanno detto a chiare lettere: «con “incitamento all’odio” prendiamo tutto» (sen. Maiorino). È a dir poco inquietante: vogliono introdurre nell'ordinamento giuridico italiano il REATO DI OPINIONE. Come nel ventennio fascista. Chiunque affermerà che un bambino ha diritto a un papà e ad una mamma, potrà essere denunciato. Chiunque dirà che l'utero in affitto è una pratica abominevole, potrà essere denunciato. Chiunque riterrà che il sesso di una persona è biologicamente determinato, potrà essere denunciato.
Perfino Arcilesbica si è pronunciata contro il ddl Zan, perché contraria da tempo all'utero in affitto quale uso degradante e inaccettabile del corpo della donna. E ad Arcilesbica sanno bene che se passa questa legge non potranno più dirlo liberamente. Questo prova definitivamente che siamo davanti ad una battaglia che non riguarda solo i credenti, o gli eterosessuali o i conservatori ma tutti i cittadini liberi che vogliono restare tali, di qualsiasi convinzione religiosa o morale, di qualsiasi orientamento sessuale, di qualsiasi appartenenza politica.
Qualcuno diceva «non la penso come te ma sono disposto a morire perché tu possa professare liberamente la tua idea» (molto più che dei conservatori, questa è una battaglia dei liberali). Qui non si tratta di giudicare il merito delle tendenze o dei comportamenti omosessuali. Chi ritiene che combattiamo per questo è caduto in un inganno fatale. CHI PENSA CHE QUI SI VOGLIA PORRE UN GIUDIZIO CONTRO LE PERSONE CON TENDENZA OMOSESSUALE È CADUTO IN UN ERRORE DA PRINCIPIANTI. Tutti dovrebbero capire che adesso LA POSTA IN GIOCO È LA LIBERTÀ DI OPINIONE. Se passa il ddl Zan, vedremo in Italia quello che già succede in Paesi dove una legislazione simile è già stata approvata: chiunque potrà ricattare qualcuno sotto la minaccia di una denuncia per omotransfobia.
Il pasticcere che si rifiuta di fare una torta per delle nozze gay, sarà denunciato. L'educatore che apre un asilo nido e mette un annuncio per assumere delle maestre, e che dovesse rifiutare il posto ad un transessuale, sarà denunciato. Il ristoratore che non vuole affittare la sala per un matrimonio omosessuale, sarà denunciato. La signora che lamenterà la presenza di uomini che si percepiscono donne nel bagno delle donne, sarà denunciata. E via delirando… In Inghilterra la signora Rowling, l'autrice di Harry Potter, da tempo impegnata a favore delle battaglie LGBT, è stata mediaticamente fatta a pezzi (accusata di transfobia) solo per aver affermato che le donne corrono seri pericoli nei bagni dove sono ammessi i transessuali.
Di fatto, nella stessa nazione, si moltiplicano i casi di violenza sessuale perpetrati da transessuali detenuti nelle carceri femminili. Opporsi a tutto questo, ad oggi, significa essere tacciati di omofobia; significa beccarsi insulti, bestemmie, minacce, come quelle che io stesso sto ricevendo in questi giorni SOLO PER AVER APPOGGIATO QUESTA MANIFESTAZIONE. Se addirittura passerà il ddl Zan cominceranno ad arrivare anche le lettere degli avvocati e le citazioni in tribunale! Il testo infatti prevede multe in denaro, il carcere, e perfino la rieducazione nei centri LGBT.
È davvero questo quello che vogliamo? In Canada, dove già esistono leggi simili, un padre è stato condannato per essersi rifiutato di chiamare sua figlia con un nome maschile, dal momento che lei si percepisce come maschio. Per non parlare poi della educazione GENDER già in atto in molte delle nostre scuole: il ddl Zan prevede l'introduzione di questa “Bibbiano diffusa” su tutti i livelli, con la scusa di sensibilizzare i più piccoli all'accoglienza delle diversità. Avremo libri colorati per bambini che spiegano loro come funziona (e quanto è bello) l'utero in affitto. Chi oggi non si oppone al ddl contro l'omofobia farà sì che tutto questo accada nel nostro Paese con la benedizione della legge.
E chi si asterrà dall'esprimersi, chi non si opporrà a questa deriva liberticida si renderà moralmente responsabile e complice di una catastrofe antidemocratica che farà male a tutti. Ecco perché noi restiamo liberi, Ecco perché noi ci siamo, Ecco perché noi vegliamo in silenzio, ecco perché noi stiamo in piedi, pacificamente, di fronte a chi ci vuole mettere a tacere. Se hai a cuore la tua libertà e la libertà dei tuoi figli, e se hai compreso la reale posta in gioco di questa battaglia- conclude padre Bruno- vieni a vegliare con noi! Ci saranno famiglie, ci saranno bambini, ragazzi, adulti, anziani.
Ci saranno gli italiani. Gente buona, gente del popolo, professionisti, operai, casalinghe, studenti, impiegati, disoccupati, padri, madri, nonni, tutti."
L'appuntamento è sabato 1 agosto alle ore 18.00, in Piazza Loggia, a Marsala.