Il m/p mazarese “Tramontana” nel porto libico di Misurata: chi governa lì? Le dichiarazioni e reazioni al sequestro.

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
24 Luglio 2019 11:30
Il m/p mazarese “Tramontana” nel porto libico di Misurata: chi governa lì? Le dichiarazioni e reazioni al sequestro.

Alle ore 14,40 circa di ieri pomeriggio il peschereccio di Mazara del Vallo “Tramontana” è stato fermato da una motovedetta libica a circa 60 miglia a est di Misurata. Il peschereccio è di proprietà della A.P. Srl, armatore Giuseppe Pipitone, con 7 uomini di equipaggio (5 mazaresi e 2 tunisini). Le acque internazionali ove avvenuto il fermo ricadono della ZEE dichiarata unilateralmente dalla Libia nel 2005 e che si estende 62 miglia oltre le 12 territoriali. Nell’area vi erano altri pescherecci di Mazara del Vallo impegnati nella pesca a gambero rosso.

Il peschereccio è stato trasferito nel porto della città di Misurata che, ricordiamo, è sotto il controllo del GNA, il Governo guidato da Fayez Al Farraj riconosciuto dall’Onu e che si sta battendo con l’esercito del generale Khalifa Haftar per il controllo del Paese. Purtroppo spesso così a pagare sono coloro che stanno in “trincea” come i pescatori di Mazara del Vallo. Non è escluso che a fermare il motopesca “Tramontana” sia stata una di quelle motovedette fornite negli anni scorsi dall’Italia alla Libia e con personale formato nel nostro Paese.

La Diplomazia Italiana è al lavoro fin dall’inizio della vicenda. Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi ha dato “istruzioni all’ambasciatore d’Italia, Giuseppe Buccino, di adoperarsi prontamente con la massima efficacia al fine del corretto trattamento e di un rapido rilascio dei membri dell’equipaggio e dell’imbarcazione”. La Farnesina precisa che “non sono ancora chiare le ragioni del sequestro, verosimilmente legate ad attività di pesca, in acque peraltro definite ad alto rischio e dunque sconsigliate da parte del Comitato Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti e delle Infrastrutture”.

La società armatrice è aderente al Distretto della Pesca e Crescita Blu il cui presidente Nino Carlino sta seguendo l’evolversi della vicenda attraverso la Farnesina ed il Governo nazionale.  “a nome del Distretto esprimo vicinanza e solidarietà all’armatore Giuseppe Pipitone, che ho sentito nelle scorse ore, e ai familiari dei sette marittimi del peschereccio; ho avuto notizie che non ci sono stati feriti e che l’equipaggio sta bene. Ho seguito –ha sottolineato Nino Carlino- fin dal momento del fermo del motopesca con molta attenzione ed apprensione il caso.

Sono in contatto con le massime Autorità Diplomatiche, con il Sindaco di Mazara del Vallo, il dott. Quinci, e con i rappresentanti delle Forze dell’Ordine. Speriamo e confidiamo che si possa arrivare al più presto ad una soluzione della vicenda”. Il Sindaco di Mazara del Vallo Salvatore Quinci ha dichiarato:  “Siamo in contatto con Capitaneria di Porto e Autorità diplomatiche per la vicenda del  motopesca Tramontana. Ci giungono notizie che il capitano Nicolò Bono e l’equipaggio stanno bene.

Il motopesca starebbe proseguendo la navigazione verso un porto libico con militari libici a bordo. Ci conforta che la Farnesina stia seguendo la vicenda con grande attenzione e confidiamo che l’azione diplomatica porti al rilascio del natante e dell’equipaggio”. Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario di Uila Pesca Regione Sicilia, Tommaso Macaddino: “In attesa di conoscere con certezza dalle autorità preposte, le circostanze e le modalità del sequestro del motopesca “Tramontana” e del suo equipaggio, la Uila esprime solidarietà e vicinanza ai lavoratori sequestrati ed alle loro famiglie.

Ancora una volta la marineria italiana ed in particolare quella di Mazara del Vallo devono affrontare l’ennesimo sequestro di un mezzo di lavoro che l’armatore ha messo in mare certamente per pescare e produrre reddito e non per essere sequestrato dai Libici, con gravi ripercussioni per i lavoratori e l’azienda. Come Uila Pesca auspichiamo una rapida soluzione della vicenda con la immediata liberazione del peschereccio e del proprio equipaggio”. “Il Ministro degli Esteri Moavero – ha dichiarato ieri prima della mezzanotte la parlamentare mazarese Vita Martinciglio – ha prontamente attivato l’ambasciata.

Pochi minuti fa ho personalmente contattato il viceambasciatore in Libia, il quale più volte ha già interloquito con il comandante del peschereccio Nicolò Bono. Il peschereccio si trova nel porto di Misurata e l’equipaggio sta bene. Il governo sta lavorando per un rapido rilascio.” Questa invece la dichiarazione del Presidente del Consiglio Comunale di Mazara del Vallo, Vito Gancitano “Attendiamo fiduciosi nel pronto rilascio di equipaggio e natante. La notizia di un nuovo ed inaspettato sequestro di un natante della marineria mazarese, ha colto di sorpresa la nostra comunità.

Ora è solo il momento del silenzio e di lasciar lavorare le diplomazie per un pronto rientro a casa dei pescatori a bordo del motopesca Tramontana. Il pensiero mio e dell’intero consiglio comunale, che mi onoro di rappresentare, è rivolto agli uomini dell'equipaggio e alle loro famiglie alle quali ci stringiamo in un abbraccio affettuoso.  L'ennesimo episodio di un sequestro di un motopesca della nostra marineria riapre un fronte, mai realmente chiuso, al quale è necessario porre un punto definitivo.  Non è più tollerabile – ha continuato Gancitano -  il silenzio assordante che ruota attorno alla problematica Mediterranea da parte delle Istituzioni preposte.

A nome dell'intero Consiglio comunale chiederemo con forza un intervento del Governo nazionale affinché si faccia promotore di un tavolo tecnico con tutti i Paesi che si affacciano nel Mediterraneo, per regolamentare quella che è diventata una vera e, quanto mai assurda, guerra del pesce. Da decenni – ha proseguito - i nostri natanti rischiano sequestri da parte dei Paesi rivieraschi e la nuova sortita greca che alcuni giorni addietro ha posto sotto sequestro il pescato di due pescherecci mazaresi non fa altro che acuire una situazione già grave di suo.

Non possiamo più consentire – ha concluso il Presidente del Consiglio - che gli uomini di Mazara del Vallo, che si trovano per mare e che si sono sempre contraddistinti per umanità e senso di responsabilità verso il prossimo, siano a rischio per la sola 'colpa' di svolgere, e bene, il loro lavoro”. La neocostituita “Associazione Progetto Isola – PRESENTE” è intervenuta in merito alla vicenda con la seguente nota: “Ancora una volta si assiste inermi al sequestro di un motopeschereccio Italiano , precisamente del compartimento marittimo di Mazara del vallo.

La politica Italiana ha delle responsabilità inenarrabili e con essa diverse organizzazioni di categoria, le quali nel corso di tutti questi anni non sono riuscite a trovare soluzioni valide per far lavorare in tutta tranquillità i nostri natanti. Non conosciamo il caso specifico nè dove il motopeschereccio Tramontana stesse lavorando, fonti giornalistiche riportano il limite di 60 miglia ad est dal porto di Misurata. La Libia normalmente si appella alla convenzione unica sui diritti del mare (convenzione di Montegobay del 1982) attraverso la quale in maniera unilaterale ha esteso oltre le 12 miglia (fino a 75 miglia) la propria sovranità, ritenendo quegli specchi d'acqua , che noi crediamo essere internazionali, delle ZEE, ossia zona economica esclusiva, dove lo Stato Libico ha sovranità sulle risorse naturale e dunque anche sul pesce.

Per cambiare lo stato dell'arte necessiterebbe una revisione di tale convenzione e per far questo l'organismi deputati sono quelli Sovranazionali. Nelle more, l'unica soluzione percorribile sono accordi di partenariato con gli omologhi Libici i quali hanno manifestato spesso e volentieri la loro disponibilità ma che non hanno mai ricevuto dalla Parte politica Italiana e dai rappresentanti di categoria delle serie offerte, se non nelle sole dichiarazioni d'intenti. Non ci sono altre verità”. Francesco Mezzapelle

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