“Riteniamo senza senso, dannoso e pure fuori luogo il rinvio al 2020 delle elezioni di giugno per la ricostituzione degli organi dei Liberi consorzi e delle Città metropolitane.” Lo dichiara il segretario generale territoriale della Ugl di Catania, Giovanni Musumeci, all’indomani del voto da parte dell’Assemblea regionale siciliana di un emendamento trasversale che sposta all’anno prossimo le consultazioni di secondo livello che, finalmente, si sarebbero dovute svolgere alla fine del prossimo mese.
“Rimaniamo allibiti di fronte un simile provvedimento, che ancora una volta mortifica questi enti ormai da troppo tempo privi della loro governance oltre che di risorse e di chiare competenze. Perché la politica non vuole decidere? Ci sono centinaia di dipendenti che non solo attendono di ricevere con regolarità il loro stipendio, ma principalmente vogliono sapere cosa di preciso devono continuare a fare. E soprattutto ci sono migliaia di cittadini che chiedono di poter vedere funzionante l’ente di area vasta, per avere scuole e strade più sicure e servizi (in particolare quelli sociali) migliori.
Non comprendiamo, dunque, il motivo di questo pericoloso ed improvviso ritorno al via, inserito peraltro all’interno di una proposta di legge che trattava altra materia. La cosa peggiore è che il provvedimento è stato approvato e chi ha votato per questo ha anche avallato l’emendamento sullo stop alle elezioni nelle ex province. Cosa c’è dietro questa marcia indietro? Ci auguriamo che il governatore Nello Musumeci e l’assessore regionale alle autonomie locali Bernadette Grasso siano estranei rispetto a questa decisione di alcuni deputati, che potrebbe solo essere ascrivibile a beghe post elezioni europee e finalizzate all’accelerazione dell’atteso rimpasto del governo dell’isola.
La politica – conclude il segretario – non può continuare a tenere in ostaggio Città metropolitane e Liberi consorzi comunali che, adesso, per il settimo anno saranno costretti al commissariamento ed a navigare a vista, mentre lavoratori e cittadini invocano risposte concrete.”