I detti popolari non sono solamente delle frasi che possono essere usate in determinate situazioni ma, spesso, sono capaci di descrivere ciò che è un popolo. È nel parlato, infatti, che un popolo riversa il suo modo di essere. La città di Trapani – ma in generale l’intera popolazione siciliana –, si è ritrovata, non poche volte, a doversi adattare a delle novità e ad apparire, agli occhi degli altri, fragile. Proprio da questa caratteristica, nasce il modo di dire «Calati juncu chi passa a china» ovvero «Piegati giunco finché non è passata la piena del fiume».
Senza dubbio, questo è un detto pieno di immagini forti. Perché il giunco, nonostante sembri umile, si piega ma non si spezza. Il detto richiama il giunco – termine che viene usato per definire persone molto magre ed esili – che, ni realtà, è una pianta erbacea palustre che, quando la piena inonda la zona in cui vive, si china docilmente per assecondarne il corso rovinoso, evitando di opporre resistenza per non rischiare di venire estirpata dall’incontenibile furia dell’acqua. Il tutto, però, con un portamento aggraziato seppur abbia un aspetto molto esile.
Senza dubbio, questo è uno dei modi di dire più saggi tra tutti quelli che esistono. Il detto, infatti, invita ad accettare che vi siano situazioni più grandi e più forti di noi: non bisogna ostacolare la piena del fiume, ma sarebbe meglio curvarsi, farla passare e rialzarsi una volta passata. Insomma, un invito alla pazienza e alla forza in attesa di tempi migliori. E se i modi di dire utilizzati fuori contesto non hanno un senso, questo detto non può che rappresentare a pieno il momento storico che stiamo vivendo e ad avere un significato molto importante.
Perché noi, fragili e umili come un giunco, non possiamo che accettare la situazione nella speranza di tempi migliori. Chiara Conticello