Covid, novità per le terapie domiciliari. Il Tar smentisce l' AIFA

Un approccio “attendista”, quello dell’agenzia Italiana del farmaco, criticato da molti medici

Claudia
Claudia Parrinello
08 Marzo 2021 23:59
Covid, novità per le terapie domiciliari. Il Tar smentisce l' AIFA

Una sentenza clamorosa che determinerà una revisione delle linee guida ministeriali per il trattamento dei pazienti Covid. Si tratta della decisione del tribunale amministrativo regionale (TAR) del Lazio che ha accolto l’istanza cautelare presentata dai medici del “Comitato Cura Domiciliare Covid-19” contro il Ministero della Ministero della Salute, AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco per una nota relativa al trattamento domiciliare dell'infezione da coronavirus SARS-CoV-2. L'agenzia Italia del Farmaco, infatti, sul proprio portale lo scorso 9 dicembre 2020, pubblicò il documento in PDF “Principi di gestione dei casi COVID-19 nel setting domiciliare”, contenente le raccomandazioni “sul trattamento farmacologico domiciliare dei casi lievi e una panoramica generale delle linee di indirizzo AIFA sulle principali categorie di farmaci utilizzabili in questo setting”.

Per casi lievi, specifica l'AIFA, si intendono tutti i pazienti che presentano sintomi alla stregua di febbre (temperatura superiore ai 37° C), tosse, cefalea, dolori muscolari (mialgia), diarrea, e perdita dell'olfatto (anosmia) e gusto (ageusia) non altrimenti spiegabili.  Per tali pazienti “possono essere formulate le seguenti Raccomandazioni generali”: vigile attesa, trattamenti sintomatici (es. paracetamolo), idratazione e nutrizione appropriate; non modificare terapie croniche in atto; non utilizzare supplementi vitaminici o integratori alimentari; non somministrare farmaci mediante aerosol se in isolamento con altri conviventi, per il rischio di diffusione del virus.

Veniva inoltre indicato il non utilizzo di tutti i farmaci impiegati, ormai da mesi, da molti medici di medicina generale.

Un approccio “attendista”, quello dell’agenzia Italiana del farmaco, criticato da molti medici, alla luce dei successi terapeutici conseguiti  trattando subito i sintomi con farmaci adeguati e bloccando così la malattia prima dell’aggravarsi della situazione, evitando quasi sempre il ricovero. Contro queste limitazioni imposte dall'AIFA,  il Comitato Cura domiciliare Covid-19 ,presieduto dall’avvocato Erick Grimaldi,  ha fatto ricorso che i giudici hanno accolto (leggi l'ordinanza).  Il tribunale amministrativo, infatti,  ha giudicato fondato il ricordo dei medici "di far valere il proprio diritto/dovere, avente giuridica rilevanza sia in sede civile che penale, di prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza", e che non può inoltre essere "compresso nell'ottica di una attesa, potenzialmente pregiudizievole sia per il paziente che, sebbene sotto profili diversi, per i medici stessi".

Il TAR ha quindi sospeso con effetto immediato l'efficacia del provvedimento emanato dall'Aifa e rinviato la trattazione del merito al prossimo luglio. Soddisfatto il presidente del comitato Erich Grimaldi che ora chiede «che venga stabilito un protocollo nazionale di cure domiciliari e che venga rafforzata la medicina territoriale, anche attraverso la creazione in ogni Regione delle unità mediche pubbliche di diagnosi e cura domiciliare del Covid-19 (Usca) previste dalla legge nazionale ma istituite solo in alcune Regioni.

La pandemia si affronta a casa prima che in ospedale».

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