Un albero d’ulivo simbolo di contrada Roccaforte

Un monumento millenario che sembra risalire all’epoca romana

15 Agosto 2021 07:00
Un albero d’ulivo simbolo di contrada Roccaforte

Oggi parleremo di uno dei simboli della piccola contrada Roccaforte, nel territorio ericino, un albero che è un simbolo per tutti i cittadini del territorio e che è un vero e proprio monumento della natura: un albero di ulivo stimato di epoca romana. Le tradizioni, si sa, vanno tramandate ed è un sacrosanto diritto imparare dagli antichi ed insegnare alle generazioni future quello che significa preservare la natura che ci circonda - soprattutto se questa ha una storia millenaria alle spalle. Nell’area sono stati trovati resti di civiltà di epoca romana che confermano la presenza di una popolazione durante il V secolo dopo Cristo e che confermerebbero in maniera del tutto realistica la presenza di diversi alberi di ulivo che con tale circonferenza (vedi foto) sembrerebbero appartenere proprio a quell’epoca.

La Sicilia era e rappresentava il granaio dell’impero romano, spesso funzionari del governo centrale si recavano nell’Isola per quello che la terra sapeva offrire. Uno studio dell’Università di Berlino ha stimato che un ulivo, dalla circonferenza di 7 metri, può avere un’età di 2000 anni; questo confermerebbe di conseguenza le ipotesi sull’albero di Contrada Roccaforte. L’area di Roccaforte fu acquistata dalla facoltosa famiglia Burgarella con capostipite quell’Agostino Burgarella Ajola che fu un industriale nelSettore delle saline, cofinanziatore del Canale di Suez, cofondatore della Banca Sicula e della Banca del Popolo.

Ritornando ai ritrovamenti di epoca romana, proprio a Roccaforte fu trovata una lanterna del V sec. d.C., negli anni ‘50 del 1900, da Paolo Biagini nel fondo di proprietà di Gaspare Burgarella. Lanterna poi donata al Museo Pepoli. L’albero fu anche oggetto di una mostra: «Nel quadro c'è una scritta in arabo che recita ‘un unico albero per i popoli del mar Mediterraneo’. Scrissi questo motto insieme a mia sorella Maria, insegnante di arabo - spiega Maurizio Tedesco Zammarano, autore dell’opera e discendente di Gaspare Burgarella.

Gli ulivi, romani o saraceni che siano sono anche un simbolo di pace che unisce i popoli del mar Mediterraneo. Il quadro lo feci durante un’estemporanea di pittura nel 1993 organizzata da Marika Burgarella in occasione di un convegno internazionale Italia Tunisia sulle olive e sull’olio. I partecipanti tunisini al convegno apprezzarono molto». Insomma un simbolo del territorio idealizzato, immaginato, disegnato e sognato in un mondo che sempre più guarda alla superficialità, perdendo di vista i veri valori della vita.

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