L'appuntamento era stato lanciato sabato dall'amministrazione e ieri pomeriggio Trapani ha voluto manifestare per la pace e dicendo NO alla guerra in Ucraina. A mobilitarsi tantissime associazioni, fazioni politiche e - duole sottolinearlo - troppi pochi trapanesi a supporto della comunità ucraina residente in provincia. In piazza Prefettura bandiere, gonfaloni, striscioni sorretti da famiglie al solo grido: «No alla guerra!». Ad aprire la manifestazione gli inni ucraini e quello di Mameli con il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, ad accogliere anche colleghi e rappresentanti del territorio, tra cui Paceco, Erice e Pantelleria.
Toccante la testimonianza della signora Irina: «I miei figli e la mia madre anziana sono in Ucraina e nessuno di loro vuole tornare qui perché vogliono resistere. Qui ci sono tante madri che mi possono capire. Noi ucraini non vogliamo la guerra; io desidero che un domani i miei figli vedano il sole anziché la luce delle armi così come accaduto questa mattina. Vi ringrazio tanto - con voce rotta dall'emozione - che siete vicini però nel nostro piccolo dobbiamo fare qualcosa per fermare ciò che sta succedendo oggi».«Non ci sono parole», ha esordito così don Luigi Ciotti.
«Sentite tanta gente che vi vuole bene, accogliete la vicinanza che è fatta di testa e di cuore. C'è un conflitto che va sostenuto e anche auspicato con forza: quello delle coscienze inquiete e mai pacificate. Bisogna guardarsi dentro e chiedersi perché il male esiste e anche perché lo abbiamo reso possibile. Lo abbiamo reso possibile - ha proseguito - perché troppo spesso ci siamo voltati dall'altra parte inerti o indifferenti. Questa è una grande guerra che ci mette ancora più a rischio tutti; nel mondo ci sono 34 guerre.
È aumentata la spesa militare, la vendita delle armi: tutti a parlare di pace, mentre ci si armava [...] Auguri a tutti il conflitto con le proprie coscienze». Tante le testimonianze di affetto e solidarietà che si sono susseguiti da mandatari di enti, associazioni e semplici cittadini fino alla proposta del primo cittadino trapanese, quella di raccogliere un euro da ogni cittadino della provincia a sostegno del popolo ucraino.