Un giovane esemplare di grifone euroasiatico, gravemente debilitato e incapace di prendere il volo, è stato soccorso in località Volpara, nel territorio marsalese, con l’intervento dei Carabinieri forestali del Distaccamento Cites di Trapani del Centro Anticrimine Natura.
L’attività, condotta nelle prime ore del mattino di domenica 9 novembre, è stata resa nota oggi dal Comando provinciale dell’Arma.
I militari “mentre stavano eseguendo un ordinario servizio di controllo sul regolare esercizio della caccia, venivano raggiunti da una segnalazione di alcuni volontari del WWF, riguardante la presenza del giovane rapace, specie protetta e di particolare interesse naturalistico.
Arrivati sul posto, i carabinieri hanno constatato che il grifone “versava in stato di grave debilitazione, verosimilmente riconducibile ad un avvelenamento”; supportati dai volontari del WWF, i militari hanno “messo in sicurezza l’animale, evitandone l’aggravarsi delle condizioni di salute, per l’immediato trasferimento, a cura dell’Arma Forestale, presso il Centro di Recupero Fauna Selvatica di Ficuzza (Palermo), dove personale specializzato ha provveduto a fornire le prime cure e a valutarne le condizioni, al fine di consentire – ove possibile – la pronta reimmissione in natura”.
Nella nota viene evidenziato che il grifone euroasiatico, il cui nome scientifico è Gyps fulvus è uno dei più grandi avvoltoi europei, la sua apertura alare può superare i 2,5 metri. È una specie che negli ultimi decenni ha rischiato la scomparsa in Italia. Grazie a programmi di reintroduzione e tutela, oggi alcune colonie sopravvivono in Sicilia, Sardegna e nelle aree appenniniche. In quanto rientrante nella più ampia categoria degli avvoltoi, il Grifone è una specie necrofaga, cioè che si alimenta esclusivamente a base di carcasse di animali morti; pertanto tale specie è particolarmente vulnerabile agli episodi di avvelenamento, spesso derivanti dall’uso illecito di esche tossiche.
Questi episodi rappresentano una delle principali cause di mortalità per gli avvoltoi, la cui sopravvivenza della specie è importante non solo per l’arricchimento di biodiversità, ma anche per il fondamentale ruolo ecologico che questa specie assolve, garantendo il naturale smaltimento dei corpi degli animali non più in vita.
“L’episodio testimonia ancora una volta l’impegno costante dell’Arma dei Carabinieri nella tutela dell’ambiente, della biodiversità e nel contrasto ai reati contro la fauna selvatica, in stretta collaborazione con le associazioni ambientaliste e gli enti preposti. Sono in corso ulteriori accertamenti – concludono i Carabinieri – per determinare con esattezza le cause del malore e individuare eventuali responsabilità connesse all’ipotesi di avvelenamento”.