Ripartono le demolizioni ma Legambiente Sicilia e Triscina Sabbia d’oro attaccano l’amministrazione

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
10 Febbraio 2020 18:32
Ripartono le demolizioni ma Legambiente Sicilia e Triscina Sabbia d’oro attaccano l’amministrazione

Stamattina sono ripartite le demolizioni a Triscina alla presenza del vice-sindaco Biagio Virzì e dell’assessore alla rigenerazione urbana Maurizio Oddo. Si tratta di un secondo blocco di 9 case, dopo le 32 già abbattute lo scorso anno dalla Commissione Straordinaria, che poi dovrebbe concludersi con il totale di 85 demolizioni come previsto dal progetto che ha ottenuto un prestito ministeriale. Nelle scorse settimane si era scatenata la polemica con  Legambiente Sicilia che aveva accusato l’amministrazione di aver fermato il progetto di legalità, mentre il sindaco Enzo Alfano aveva precisato che si stava studiando un piano per rivedere il piano delle demolizioni prevedendo anche il recupero delle aree liberate dai manufatti abusivi in collaborazione con la Soprintendenza.

Oggi le ruspe sono ripartite dalla via 43 e sono arrivate due prese di posizione forti da parte di Legambiente Sicilia e da parte del dr. Biagio Sciacchitano dell’associazione Triscina Sabbia d’oro. Ecco di seguito i due comunicati: “Basta spot, le case abusive a Triscina vengano abbattute. L’amministrazione comunale dia delle risposte concrete”. "Riprendono davvero le demolizioni a Triscina o è solo uno spot, per sopire le polemiche dopo le nostre denunce? Qual è il programma di demolizioni per le oltre 50 case ancora da abbattere previste dalle delibere dei commissari? Sono state fatte le comunicazioni agli abusivi che hanno avuto le case abbattute per ottenere da parte loro il pagamento delle spese sostenute? E cosa sta facendo l'Amministrazione comunale per continuare quest'opera di ripristino della legalità? Visto che sono ancora decine e decine le case abusive da abbattere".

Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia -------- Avevamo creduto che questa amministrazione volesse perseguire percorsi e indirizzi di legalità atti a ripristinare le gravi irregolarità ampiamente esposte alle Autorità e organi Giudiziari competenti in materia di violazioni ambientali e di gestione dei rifiuti.

Prendiamo atto invece, nostro malgrado, del perpetrarsi ancora oggi di un quadro complessivo sulla vicenda delle demolizioni molto poco chiaro e, a parer nostro, non orientato al rispetto delle norme ambientali dirette alla tutela e alla salvaguardia del territorio e della fascia costiera. Al netto degli insignificanti proclami e delle inutili beghe alimentate ad arte da chi vuol far credere di salvaguardare il Territorio e l'Ambiente, le risposte che una città (da poco uscita da un commissariamento per mafia) si aspetta di ricevere sono altre.

Abbiamo provato a chiedere alla "gente comune" cosa (dopo le demolizioni delle 32 case e durante il lungo periodo in cui le stesse erano state improvvisamente interrotte) avessero visto o trovato a Triscina sui siti degli abbattimenti e in prossimità delle zone circostanti. Le testimonianze raccolte hanno dettagliatamente descritto una situazione dell'accaduto a dir vero apocalittica e paradossale. Ed è proprio grazie alla sopracitata documentazione raccolta ed a conferma dell'inequivocabile danno inferto al Territorio e all'ambiente, che chiediamo al sindaco Enzo Alfano se sono stati avviati accertamenti e verifiche in ordine alla corretta bonifica dei siti oggetto di demolizione delle case per ripristinare lo "status quo ante", ed in particolare: 1.

se oltre alle opere fuori terra sono stati demoliti, rimossi e smaltiti anche quelle (opere non visibili) entro terra come fondazioni, pozzi d'acqua e fosse imhoff a servizio delle case demolite; 2. se dalle verifiche eseguite dalla Polizia Municipale e dal Direttore dei lavori sono emersi fatti e circostanze riconducibili ai fatti sopra descritti e quali determinazioni e provvedimenti sono stati intrapresi dall'Amministrazione contro la ditta Cogemat S.r.l. aggiudicataria dell'appalto da 3 milioni di euro per le demolizioni delle 85 case a Triscina di Selinunte; 3.

se nella quantificazione dell'importo contrattuale a base d'asta pari ad euro 1.273.939,14 sono stati computati anche i lavori e relative somme per la rimozione e lo smaltimento, presso discariche autorizzate, delle "opere entro terra" accertate; 4. se sulla scorta di quanto emerso, sono state avviate verifiche per l'accertamento di eventuali reiterate inadempienze nel rispetto ed esecuzione degli obblighi e prescrizioni di legge contenuti nel contratto stipulato tra il comune di Castelvetrano e la ditta Cogemat S.r.l.

in data 5 ottobre 2018 al Repertorio n. 8484 e registrato a Castelvetrano l'11.10.2018; 5. se le irregolarità accertate e/o da accertare in ordine alla "gestione dei rifiuti e di inquinamento dei siti" post demolizione, potrebbero configurarsi quali inadempimenti o gravi motivi per il ricorso alla eventuale risoluzione del contratto; 6. se in fase di accordo quadro, era stato predisposto da parte della Stazione appaltante adeguato progetto o piano delle demolizioni o se detta prestazione d'opera accompagnata da singole e congrue valutazioni economiche è stata invece demandata alla ditta Cogemat S.r.l.

È giunto finalmente il momento di smetterla di far credere che gli abbattimenti delle 85 case di Triscina possano risolvere il fenomeno mafia nella patria di Matteo Messina Denaro! Il "contrasto alle mafie" si concretizza nella rigorosa, scrupolosa osservanza ed applicazione delle leggi dello Stato, ogni altra forma di accertata violazione non perseguita per legge contribuirà sempre e solo ad alimentare il malaffare. E comunque lasciatecelo dire, questo racconto adesso ha convinto anche noi!!! L’Associazione Triscina Sabbia D’Oro

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