Nei giorni scorsi il Tribunale di Marsala, giudice monocratico dott. Matteo Giacalone, ha emesso la sentenza di primo grado con la quale ha riconosciuto il Dott. Bartolomeo Lupo colpevole del reato di omicidio colposo per avere cagionato la morte di Vincenzo Gancitano, 59enne mazarese, che era stato sottoposto ad intervento chirurgico di artroplastica totale d’anca nel 2015.
Gancitano, grande appassionato di sport, runner del Gruppo Atletica Mazara, era stato ricoverato presso il reparto di Ortopedia dell’Ospedale di Castelvetrano per essere sottoposto ad un intervento di artroprotesi totale all’anca, ma nel corso dell’operazione si verificò una cospicua emorragia che, come accertato a seguito di ben tre consulenze tecniche, non venne adeguatamente gestita sino a provocare l’arresto cardio - circolatorio del paziente come conseguenza dell’acuto shock ipovolemico.
Fondamentale per l’accertamento delle responsabilità dell’imputato si è rivelata la terza perizia, disposta dal Tribunale, nella quale il Prof. Francesco De Stefano (dell’Università di Genova), il Prof. Luca Brazzi (dell’Università di Torino) e il Prof. Federico Santolini (dell’Università di Genova) hanno accertato che, sebbene dal punto di vista strettamente ortopedico, l’intervento risultasse regolarmente eseguito, vi erano state delle criticità nella gestione peri e post operatoria. Per i periti, infatti, alla comparsa dell’evento emorragico il chirurgo operatore effettuò un’emostasi superficiale e, quando il paziente precipitò in uno stato di ipotensione, bradicardia e arresto cardio-circolatorio, constatò l’arresto della emorragia solo “visivamente” non indagando, successivamente, sulla possibile lesione vascolare.
La perizia ha consentito di verificare che risultano accertati tutti i criteri medico-legali necessari a dimostrare il nesso di causalità tra l’evento emorragico acuto e il decesso.
Dopo un lungo processo nel quale nulla è stato tralasciato, il Tribunale ha accertato, dunque, la responsabilità dell’imputato, difeso dall’Avv. Giuseppe Incandela, e, accogliendo la richiesta di condanna del P.M. dott.ssa Antonella Trainito (che aveva invocato una pena più grave), lo ha condannato alla pena di un anno e sei mesi di reclusione col beneficio della sospensione condizionale, nonché al risarcimento del danno in favore delle parti civili, assistite dall’avv. Antonino Carmicio.
La signora Maria Gancitano, sorella del defunto, dopo la lettura della sentenza, con gli occhi pieni di lacrime, ha detto: questa sentenza non mi restituirà mio fratello ma credo che adesso egli potrà riposare in pace. I nipoti della vittima, dal canto loro, stanno valutando eventuali altre azioni in considerazione di alcune dichiarazioni rese dall’imputato nel corso dell’istruttoria che essi hanno reputato calunniose.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate nel termine di 90 giorni ed è molto probabile che l’avv. Giuseppe Incandela proporrà appello.