Fanno molto discutere, soprattutto a Mazara del Vallo, le dichiarazioni rese in Parlamento ieri dal Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in merito alla sicurezza dei pescatori nelle acque internazionali davanti la Libia. A riportarle nel suo profilo facebook è stato l’on. Lorenzo Viviani (Lega), componente della Commissione Pesca alla Camera dei Deputati.
“Il Ministro Di Maio durante l’informativa urgente sulla situazione in Israele e quella in Libia ha dichiarato che i pescherecci italiani non possono pescare nell’autoproclamata (!) zona di protezione pesca libica, e che ci saranno degli incentivi economici per i pescatori. Il collega Formentini ha risposto bene, ricordando che il lavoro va garantito. Dobbiamo garantire ai nostri pescherecci di essere liberi di navigare e pescare nel Mediterraneo senza essere speronati, ricevere colpi di fucile o rapiti! Le prepotenze non devono spaventare il nostro Paese! Garantire le zone di pesca vuol dire salvaguardare la nostra marineria, che con coraggio naviga e pesca nel mediterraneo. La dignità è solo nel lavoro!”.
Non ci sorprendono le dichiarazioni di Di Maio che già nei giorni scorsi, intervistato a seguito dell’aggressione del motopesca “Aliseo” a 50 miglia da Homs, aveva detto che i pescatori sapevano che in quella zona di pesca era stato loro consigliato di non andare. Ricordiamo che fino a prova contraria quelle sono acque internazionali, e nessuno Stato ha mai riconosciuto la ZEE libica che si estende –lo ricordiamo- 62 miglia oltre le 12 territoriali. A meno che l’Italia in vista di accordi con la Libia (Tripolitania) nel settore dell’energia, delle infrastrutture (e anche per la questione migranti) non abbia deciso di “cedere” quell’areale internazionale al Paese nordafricano immolando la pesca siciliana e quindi quella di Mazara del Vallo, dedita in particolare alla pesca del gambero rosso, ad altri interessi.
Dopo queste ultime, e inaccettabili, dichiarazioni del ministro Di Maio rimbombano le recenti rassicurazioni del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, nel corso di un colloquio con il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci: “…volontà di mantenere una forte presenza della Marina Militare nel Mar Mediterraneo a tutela degli interessi nazionali”. Abbiamo l’impressione, a questo punto, che la pesca non sia considerata un “interesse nazionale”. Nonostante gli appelli da più parti, anche da esponenti del Governo Draghi (vedi quello dello stesso on.
Viviani, dell’on. Gabriella Giammanco, vicepresidente di Forza Italia in Senato e portavoce azzurra in Sicilia, e del sen. Davide Faraone, responsabile di Italia Viva in Sicilia), sembra più lontano il ripristino della cosiddetta “vigilanza pesca” nelle acque internazionali davanti la Libia che permetterebbe alle imprese pescherecce di Mazara del Vallo di potere esercitare il loro storico lavoro in quell’areale. Chissà che in attesa (non sappiamo quando) di un “tavolo interministeriale sulla pesca” la politica non pensi a dare sostegni economici ai pescatori mazaresi dissuadendoli dall’andare a pescare nelle acque internazionali davanti la Libia.
Questa storia mi sembra molto simile a quella della “demolizione dei pescherecci” che qualche anno fa ha ridotto di molto la flotta peschereccia mazarese che ad oggi conta meno di 70 natanti per la pesca mediterranea d’altura. (in copertina foto di archivio: i motopesca "Antartide" e "Medinea" sequestrati a Bengasi)
Francesco Mezzapelle