Umanità, questo è il sentimento che si respira visitando la mostra di Mauro Spitaleri in via Guarnotti ad Erice. Tanta Umanità e ricerca del semplice in un mondo ormai sopraffatto dal materialismo, dalla frenesia della superficialità e dal personalismo non pensante. Spitaleri è nato ad Erice, dove vive e lavora. Architetto e artista eclettico, la sua attività spazia dal design alla grafica alla pittura ed ancora dalla scultura alla recitazione. Una piccola stanza, una volta adibita a bottega ericina, adesso diventata ‘sala mostre’, quasi a far significare che l’Arte è espressione di semplicità naturale e così, come natura vuole, esce istintivamente dalle mani dell’artista che la crea.
Pozzi di luce dove poter attingere la forza necessaria per incanalare le energie ed affrontare la vita in tutte le sue sfumature: non solo malta cementizia e ferro per le sculture di Spitaleri, ma anche sistemi elettrici per dare un significato ulteriore. Anche le sculture hanno un’anima e lo testimonia il fatto che Spitaleri è solito costruire un sistema filamentoso interno in ferro per poi rifinire sopra con malta, cere e pigmenti colorati. Numerose sue sculture oggi si trovano in diverse parti del mondo ed anche un sua opera in terracotta è adesso esposta nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles.
“Le mie opere riflettono il mio essere più intimo, il modo con cui guardo il mondo che mi circonda esaltando la bellezza e pietrificando l’orrore – spiega Mauro Spitaleri. Non rifletto razionalmente la mia arte cercando effetti particolari, bensì la decisione impulsiva e l’esecuzione immediata dettata dal bisogno di disegnare o di contorcere il fil di ferro a cui dare una forma. Le mie opere – conclude – sono i tanti volti della mia esistenza, ad esse posso dare un senso, in esse coincide la mia storia più vera, in esse imprimo i miei bagliori di vita”.
Spitaleri ci fa vedere un quadernetto dove nasce la sua idea di creazione e ci spiega passo passo la sua filosofia di vita, ma non è un monologo perché Spitaleri è anche un grande ascoltatore: un tour della vita ed una introspezione in circa 10 metri quadrati. Là in quell’ambiente sereno e ricco di sapere disinteressato alla ‘tuttologia’ dei tempi moderni, con la consapevolezza che tutto scorre come l’incessante fiume del tempo, si ha la possibilità di fermarsi un attimo a riflettere.