L’Alessandria Calcio e i sogni da DS: il racconto del trapanese Maurizio Stinco

La nostra intervista al trapanese con il sogno del pallone.

Mirko
Mirko Ditta
03 Novembre 2020 13:50
L’Alessandria Calcio e i sogni da DS: il racconto del trapanese Maurizio Stinco

Osserva, studia, impara e mette in pratica. Una scelta di un percorso intrapreso ormai 15 anni fa quando Maurizio Stinco decise di lasciare la sua Trapani per correre dietro al sogno di un ruolo nel mondo del calcio. I sacrifici, il lavoro ripagano l'impegno e, appena un mese fa, ecco il primo grande traguardo personale: il diploma da Direttore Sportivo conseguito presso il centro tecnico di Coverciano argomentando "L'evoluzione del Direttore Sportivo: non solo sul campo, competenze e conoscenze trasversali al servizio della società".

«Per motivi di studio lasciai Trapani per trasferirmi a Pisa, città dove ho conseguito la laurea magistrale in giurisprudenza – afferma ai nostri microfoni - Al termine degli studi la forte passione per il calcio mi ha portato a specializzarmi in diritto sportivo, conseguendo il master in Diritto Sportivo presso l'Università degli studi di Milano Bicocca». Valigia sempre pronta, come impone anche questo mondo, ed ecco l'arrivo all'Alessandria: «Da Milano altro trasferimento.

Quattro anni fa ho iniziato a lavorare per l'Alessandria Calcio. Il trasferimento in Piemonte è stato determinante per me: ho appreso molto dal mio responsabile del settore giovanile, Nereo Omero, che mi ha permesso di crescere tantissimo, frutto anche della sua esperienza». Nello specifico: «Ricopro il ruolo di segretario del settore giovanile e collaboro anche con la prima squadra; - prosegue - è un lavoro molto dinamico dove si lavora di squadra anche tra i tavoli degli uffici; serve tanta disponibilità e soprattutto saper dare una mano per qualsiasi tipo di attività».

Maurizio è uno che non lascia nulla al caso; tra le partite dell'Alessandria, di cui per logiche ragioni adesso ne è un grande tifoso, focalizza il suo lavoro su ogni aspetto utile alla crescita personale e per mettersi a disposizione della sua società: «Oltre il ruolo organizzativo vedo tante partite di Serie C e D: ho creato un database dove inserisco tutti i dati e caratteristiche dei giocatori osservati per poterli monitorare; raccolta che aggiorno di continuo per vedere i miglioramenti o meno dei giovani visionati». Vive nell'esatta dimensione a cui ha sempre aspirato: «Ho la fortuna di lavorare in un club fantastico, una società organizzata e strutturata dove il presidente Di Masi non fa mancare nulla, mette tutto a disposizione per poter lavorare al meglio». Daniele Faggiano è il suo modello.

«Mi è sempre piaciuto per il modo in cui lavora, ho avuto modo di vederlo lavorare a Trapani dov'è partito dal nulla, sfiorando la serie A, costruendo sempre squadre competitive con giocatori che, prima di arrivare in granata, in pochi conoscevano. Osservare e investire su giovani giocatori di categorie inferiori, calciatori di prospettiva che possono fare il salto di categoria ed esser utili al club, sia in campo ma anche per future plusvalenze». «Sogno nel cassetto? Sono ancora giovane e ho la possibilità di crescere, aver conseguito adesso il titolo da Direttore Sportivo adesso è sicuramente un vantaggio, ho sempre sognato di fare il DS e se uno crede in quello che fa, prima o poi, riesce a raggiungere i propri traguardi».

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