Devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e sostituzione di persona, tre uomini di 43, 40 e 30 anni, arrestati dagli agenti del Centro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Catania. Per tutti e tre sono stati disposti gli arresti domiciliari.
“L’indagine – raccontano gli investigatori – ha preso avvio dalla denuncia del titolare di una nota società per azioni catanese, attiva nella logistica e nei trasporti, che rappresentava come ignoti, mediante loghi contraffatti, falsi indirizzi di posta elettronica e chiamate telefoniche ingannevoli, avessero inviato numerosi ordini di acquisto di merce varia a fornitori e produttori terzi con sede in Sicilia, nel Nord Italia e in un caso anche in Spagna, traendo in inganno alcuni di costoro mediante l’utilizzo del nome della società, molto conosciuta e con sede alla zona industriale di Catania, e così inducendoli a consegnare merce per decine di migliaia di euro presso depositi ed aree commerciali indicati, di volta in volta, dai truffatori”.
Gli interessi degli indagati sarebbero stati rivolti, in particolare, a ponteggi e materiali per edilizia, nonché a forniture di generi alimentari, trattandosi di beni facilmente rivendibili. Complessivamente, il danno causato alle varie aziende è stimato in oltre 300 mila euro, senza tener conto di altre ditte che potrebbero essere cadute nel raggiro e sarebbero ancora ignare di essere state truffate.
Nel corso di perquisizioni, i poliziotti hanno proceduto al sequestro di numerosi dispositivi elettronici tra smartphone e computer, analizzando poi i device. “In forza degli elementi indiziari acquisiti, in particolare account mail, messaggi di posta elettronica e di messaggistica, foto e documenti quali fatture e preventivi – si legge in una nota – sono state compiutamente ricostruite le modalità di commissione delle condotte criminose ed il ruolo rivestito da ciascuno dei sodali, consentendo di richiedere al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dei tre indagati, misura eseguita dalla Polizia Postale”.