Il Tribunale del Riesame di Palermo, accogliendo integralmente il ricorso presentato dall’avvocato Fabio Sammartano, ha annullato il divieto di dimora sia nella provincia di Trapani sia nella città di Palermo nei confronti di Mario Castelli, presidente dell’impresa sociale Ires, tra gli indagati nell’indagine sui fondi europei destinati alla formazione professionale.
Secondo l’accusa l’ex direttore di banca sarebbe stato consapevole della provenienza illecita di oltre cinquantamila euro, di cui undicimila transitati sul suo conto corrente personale il 23 febbraio del 2022. Castelli ha sempre ribadito la sua estraneità ai fatti.
Secondo la tesi difensiva, invece, i rapporti tra CESIFOP (altro ente di formazione finito sotto inchiesta) ed IRES sarebbero frutto di un rapporto di partenariato siglato nel luglio del 2020. In virtù di questa partnership, l’IRES avrebbe versato, come prestito per il pagamento di alcuni debiti di natura contributiva, una somma di denaro sul conto corrente personale di Filippo Tilotta, all’epoca legale rappresentante del CESIFOP. Soldi che sarebbero poi stati restituiti e versati sul conto di Castelli.
A prova di questo, la difesa ha prodotto ai giudici l’accordo di partnership sottoscritto dai legali rappresentanti dei due Enti. “Dal riesame - spiega l’avvocato Sammartano - è emerso che Castelli ha anticipato ingenti somme di denaro dal patrimonio personale per sostenere l'ente di formazione IRES nell'esclusivo interesse dei giovani corsisti e per salvaguardare il livello occupazionale dei docenti impegnati ma non regolarmente retribuiti dal competente Assessorato regionale”.