I luoghi da visitare sono migliaia, e spesso lontani dai circuiti tradizionali, legati a un angolo, un castello, un convento, una storia, un personaggio, una tradizione secolare. Ma tutto si condensa in un unico progetto: Le Vie dei Tesori e la sua costola, I Borghi dei Tesori, un progetto che parte dal patrimonio culturale della Sicilia per costruire un’offerta turistica fatta di scoperta, di racconto, di esperienze autentiche, di relazioni con i “tesori” materiali e immateriali dell’Isola.
Un progetto che a maggio, per tre weekend, trasformerà i piccoli comuni siciliani in un unico museo diffuso da vivere fatto di luoghi, tour ed esperienze. E che tra settembre e ottobre, per otto weekend, approderà in diciotto grandi città, a partire da Palermo, dov’è nato diciotto anni fa. Quest’anno le iniziative si intrecciano con l’Anno del Turismo delle Radici 2024, dedicato agli italiani all’estero, di discendenza o di passaporto, che vogliano andare sui luoghi delle proprie origini. Un’offerta turistica nuova realizzata in Sicilia da Italea Sicilia, l’antenna territoriale del progetto Ministero degli Esteri guidata dal presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori, Laura Anello.
Esperienze speciali (ricerche genealogiche, tour nei borghi, pietanze tradizionali, workshop di dialetto) che valorizzano il lavoro capillare di scoperta di luoghi e di esperienze condotta in questi anni dalle Vie dei Tesori nelle città e borghi; e che sono state presentate in anteprima alla BIT, la Borsa internazionale del Turismo in corso a Milano, in uno stand dedicato e sul palco della Regione siciliana, tra le manifestazioni di massimo rilievo turistico invitate dall’assessorato a raccontarsi. E ottenendo un grande successo – che segue quello dello scorso anno - tra la stampa specializzata e gli operatori del turismo.
Presentate le date del Festival 2024: dal 10 al 26 maggio, tre weekend di primavera per il Borghi dei Tesori Roots Festival. Poi dal 14 al 29 settembre il primo gruppo di città: Trapani, Marsala e Mazara del Vallo, Messina, Enna e Caltanissetta. Poi Ragusa, Scicli, Sciacca, Alcamo, Bagheria,Termini Imerese, Carini condurranno verso le due “capitane”, Catania e Palermo, in cinque weekend dal 4 ottobre al 3 novembre. Ma altre città stanno bussando alle porte in questi giorni per aggiungersi al programma. E per tre weekend, anche Mantova – dove il festival è presente da cinque anni – aprirà le porte, mostrando tesori inediti e inattesi.
“Un progetto nato nel 2006 a Palermo che pian piano si è esteso a tutta la Sicilia e oltre, un progetto nato per restituire ai cittadini l’amore per i propri luoghi, per costruire comunità a partire dal proprio patrimonio, e che pian piano si è trasformato in un grande attrattore turistico. Quest’anno, intrecciandoci con l’Anno del Turismo delle radici, accanto al Festival abbiamo costruito un’offerta turistica permanente che guarda agli otto milioni di siculo-discendenti sparsi per il mondo.
Sperando di farli tornare, scoprire, investire sulla terra delle loro origini”, spiega Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori e responsabile del progetto Italea Sicilia. “È un’opportunità importantissima per tutti noi. Non è facile cambiare le cose ma è ancora più difficile mettere in connessione le esistenti. Le Vie dei Tesori ha costruito una rete che è un valore straordinario”, è intervenuto Maurizio Giambalvo, coordinatore per la Sicilia del progetto PNRR "Turismo delle Radici" del Ministero degli Esteri.
Per Le Vie dei Tesori e I Borghi dei Tesori si tratta quindi di un ritorno alla BIT, ritorno accompagnato quest’anno da venticinque sindaci e amministratori che sono saliti sul palco della Regione siciliana in rappresentanza di alcuni dei 61 piccoli comuni che hanno sposato il progetto, piccoli scrigni di bellezza e di tradizione che dallo stand dedicato hanno parlato dei rispettivi territori, tradizioni, enogastronomia, itinerari e bellezza diffusa: Alcara Li Fusi, Balestrate (cooperativa Terre di Balestrate), Baucina, Bisacquino, Blufi, Buccheri, Burgio, Calatafimi Segesta, Caltabellotta, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Geraci Siculo, Giarratana, Giuliana, Licodia Eubea, Montelepre, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Pollina, Portopalo di Capo Passero, Sambuca di Sicilia, San Piero Patti, Santo Stefano di Quisquina, Sutera, Tripi.
E da Giuliana è arrivato anche il fornaio Franco Arcuriche ha preparato in diretta (e raccontato a Giusi Battaglia, protagonista applaudita del format Giusina in cucina) la famosa “tabisca”, la focaccia antica e popolare del suo paese.
Si è così ripetuto l’effetto straordinario dello scorso anno, quando lo stand è stato preso d’assalto sia da appassionati che chiedevano una chiave in più per scoprire la Sicilia; sia dagli operatori del turismo che intuivano la grande potenzialità di questo prodotto fatto di comunità, di luoghi inediti e percorsi alternativi ai soliti tour. La scorsa edizione del Festival – la diciassettesima, quest’anno il festival principale diventa “maggiorenne “ – si è chiusa con 255 mila presenze in quasi tre mesi, con una ricaduta economica generata sul territorio siciliano che ha superato i 7 milioni e mezzo di euro, e un indice di gradimento dei visitatori di oltre il 90 per cento.
BORGHI DEI TESORI ROOTS FESTIVAL. Oltre 250 tesori aperti e raccontati dai giovani dei borghi e tante esperienze collaterali nella natura, nella memoria e nel cibo di tradizione: quest’anno la “costola” della rassegna principale si incrocia con l’Anno del Turismo delle radici e nasce il Borghi dei Tesori Roots Festival. Tre weekend di primavera, dal 10 al 26 maggio, un’immersione a 360 gradi nei piccoli comuni assolutamente lontani dalle grandi rotte e dagli attrattori turistici consueti.
Tesori nascosti, tradizioni antiche, esperienze autentiche, piccoli paesi che hanno custodito intatti paesaggi, tradizioni, memorie, ricette, il calore degli incontri. Borghi arrampicati su un costone, immersi nei campi di grano, alla guardia di silenziose miniere. Castelli, chiese, musei, miniere, osservatori astronomici, botteghe artigianali, laboratori di produzioni tipiche, tour nella natura, bande musicali, esperienze nelle tradizioni, archivi storici dentro cui immergersi per cercare le proprie origini.
Una Sicilia interna e rurale che aspetta solo di essere scoperta nella stagione più dolce e segreta, quando i campi sono in fiore e ogni visitatore è un ospite d’onore. Quelli che aderiscono all’associazione Borghi dei Tesori sono oggi 61, uniti nel 2021 sotto l’egida delle Vie dei Tesori per formare un circuito nuovo e inatteso. Insieme sono una forza immensa, pronti a puntare su un nuovo modello di valorizzazione e fruizione del patrimonio storico, naturalistico, enogastronomico che sia motore di innovazione sociale e di empowerment delle comunità.
Una proposta, quest’anno, mirata agli oriundi alla ricerca delle proprie radici, figli e nipoti di quegli emigrati che possono portare nuova linfa nei territori di origine. E rivolta più ampiamente a tutti i visitatori alla ricerca di esperienze uniche in territori tutti da scoprire. Nelle tre edizioni precedenti, sostenute da IGT e da Poste Italiane, oltre 50 mila visitatori hanno seguito 500 giovani e volontari alla scoperta dei borghi. Il progetto è promosso dalla Fondazione Le Vie dei Tesori, che dal 2006 organizza il festival Le Vie dei Tesori nelle principali città dell’Isola, con l'associazione Borghi dei Tesori e con 60 piccoli Comuni, associazioni del territorio, scuole, diocesi.
IL FESTIVAL LE VIE DEI TESORI. Il festival “madre” nato nel 2006 all’Università di Palermo per seminare conoscenza fuori dal mondo accademico è divenuto il più importante progetto di valorizzazione del patrimonio della Sicilia. E quest’anno diventa maggiorenne: la diciottesima edizione si aprirà con una prima tranche da tre weekend, dal 14 al 29 settembre, e il primo gruppo di città: alcune sono “storiche”, legate al mare, come Trapani, Marsalae Mazara del Vallo; poi Messina, che guarda allo Stretto; il cuore interno dell’Isola, Enna e Caltanissetta.
Le altre – Ragusa, Scicli, Sciacca, Alcamo, Bagheria, Termini Imerese, Carini - condurranno verso le due “capitane”, che invece occuperanno cinque weekend dal 4 ottobre al 3 novembre: Catania, nera e profonda, dove si passerà dai passaggi segreti delle monache alle grotte laviche. E Palermo (dove tutto è cominciato 18 edizioni fa), la città dove Le Vie dei Tesori sono la narrazione di centinaia di luoghi, cuore di esperienze e laboratori, anche per i più piccoli.
E per tre weekend, fuori dalla Sicilia, anche Mantova – dove il festival è presente da cinque anni – aprirà le porte. Centinaia di luoghi delle più diverse titolarità: Stato, Regione, Comuni, Diocesi, Università, privati, visitabili con un unico coupon; palazzi nobiliari, cripte sconosciute, carceri dimenticate, giardini segreti, laboratori scientifici, che diventano proprietà della comunità. Ma anche tour condotti da accademici, botanici, urbanisti, architetti, e un ventaglio di esperienze speciali: tour in Piper sulle rotte storiche, giri in barca, degustazioni, yoga al tramonto, immersioni, trekking nella natura.
Il progetto completo e strutturato delle Vie dei Tesori è ormai divenuto una case-history studiata nelle Università, capace di destagionalizzare e di attirare un numero altissimo di visitatori. È una manifestazione che costruisce reti e ha potuto contare sul supporto del main sponsor UniCredit, creare sinergie e dialogo, grazie alla collaborazione di oltre 200 partner tra Regione, Atenei, Comuni, Diocesi, gestori privati, istituzioni dello Stato, proprietari di palazzi nobiliari.