Un discorso di quaranta minuti. Niente di scritto, solo qualche appunto e due video che sono un pugno allo stomaco. Davanti alle persone, in una sala della Baia dei Mulini stracolma, nonostante il palco non c'era distanza, non poteva essercene. La strategia di Silvana Catalano per conquistare Erice è nel contatto diretto con gli ericini. Si trova nella concretezza e nella partecipazione, nella presa in carico di problemi con l'obiettivo di dare risposte.
Silvana Catalano lo ha detto chiaramente. Ha raccontato la genesi della sua candidatura, ha ringraziato movimenti e partiti che la sostengono. Ma ha chiarito di essere la candidata sindaco con le mani libere.
Catalano ha raccontato la sua visione per Erice assieme a Luigi De Vincenzi, Paolo Ruggieri, Maurizio Sinatra e Maurizio Miceli che sono intervenuti alla convention. Il sogno serve ma da solo non basta, ha detto la candidata della coalizione di Fronte Comune, Eric'è, CambiAmo Erice e Fratelli d'Italia: bisogna fare i conti con le risorse, le forze in campo e con i bilanci di previsione del Comune che si vuole amministrare.
E mentre scorrevano le immagini di una Erice sporca, di siti turistici, culturali e museali chiusi e vandalizzati, ha parlato delle emergenze: dai rifiuti alla gestione degli impianti sportivi, come il Campo Bianco che rischia di rimanere «una cattedrale nel deserto».
Larga parte della convention è stata dedicata alla presentazione del programma, ancora working in progress, ma costruito con le migliori energie della città. Nei quartieri, con le associazioni, tra i comitati civici spontanei. Silvana Catalano le ha definite «sfide». La prima è «Erice digitale» per «diffondere azioni di innovazione digitale soprattutto tra le fasce più deboli della popolazione e pertanto a rischio di esclusione». La più grande e la più sentita, però, è l'emergenza acqua, dove la soluzione è quella di «accedere ai Fondi del Pnrr per la progettazione del rifacimento della rete di tutto il territorio».
«Erice è Cultura», ha ribadito la candidata e bisogna recuperare le «politiche di sviluppo culturale riguardanti il contesto universitario». «Bisogna riportare la Salerniana a Erice», ha sottolineato. Poi gli applausi, tanti, che più volte hanno interrotto la presentazione. E infine per Catalano le strette di mano, i selfie, la festa in mezzo alle persone, in ascolto.