Discariche rifiuti radioattivi in Sicilia. Da destra a sinistra reazioni negative. Ecco le relative note

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
06 Gennaio 2021 20:36
Discariche rifiuti radioattivi in Sicilia. Da destra a sinistra reazioni negative. Ecco le relative note

Per un futuro ecocompatibile Rifondazione Comunista dice No alle scorie nucleari. Il Partito della Rifondazione Comunista Sicilia, a seguito della pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee, CNAPI, contesta la decisione della Sogin, società pubblica di gestione del nucleare, che individua in Sicilia alcune delle 67 aree potenzialmente idonee nelle quali realizzare l'impianto di deposito nazionale delle scorie radioattive dal costo di 1,5 miliardi di euro.

Le aree potenzialmente idonee in Sicilia sono state individuate in provincia di Caltanissetta, Trapani e Palermo nei comuni di Calatafimi-Segesta, Petralia Sottana e Butera. Da decenni i Governi che si sono susseguiti pianificano la realizzazione di un deposito nazionale temporaneo ad alta sicurezza nel quale riunire i materiali radioattivi che l’Italia continua a produrre. Lo snodo fondamentale si è verificato nel 2003 con il secondo Governo Berlusconi. In quell'anno il generale Carlo Jean, commissario del Governo, ha avviato la procedura per la costruzione di un deposito sotterraneo definitivo per i rifiuti ad altissima radioattività nel sottosuolo salino della piana di Metaponto, in provincia di Matera.

La località prescelta era situata all'interno del Comune di Scanzano Ionico. L’esplosione di una forte contestazione costrinse il governo ad accantonare il progetto. L'esito di quella esperienza ha condizionato fortemente le politiche dei governanti i quali si sono focalizzati sulla costruzione del meno impegnativo deposito nazionale. La normativa per il futuro deposito nucleare nazionale ha impiegato sette anni per vedere la luce. Nel 2010, per mezzo del decreto legislativo numero 31, sono stati stabiliti i criteri di selezione tuttavia la carta CNAPI ha subito un lungo rinvio fino al 2 gennaio 2015, data in cui la carta è stata consegnata ufficialmente.

Immediatamente il documento è stato coperto dal segreto. La pubblicazione della carta CNAPI avviene circa cinque anni dopo la sua consegna ufficiale. Sulla base dei criteri di selezione stabiliti nel 2014 dall'Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, i luoghi identificati devono essere poco abitati, con una sismicità modesta, senza vulcani né rischio idrogeologico. Inoltre devono essere situati non oltre i 700 metri di altezza sul livello del mare, evitando pendenze eccessive.

Le aree idonee non devono essere troppo vicine al mare e abbastanza prossime ad autostrade e ferrovie da potere essere raggiunte dai carichi di materiale radioattivo. Nota curiosa è il criterio di approfondimento numero 11 il quale afferma che per la scelta del luogo è necessario valutare con attenzione le zone con «produzioni agricole di particolare qualità e tipicità e luoghi di interesse archeologico e storico». Rifondazione Comunista si oppone alla realizzazione del deposito nazionale delle scorie radioattive proprio sulla base di quest'ultimo criterio.

Le località prescelte sono note per le produzioni agricole di qualità - grani antichi, vigneti, uliveti -, per la biodiversità e la compresenza di reperti archeologici dalla importante rilevanza storica – zona archeologica di Segesta -. L'Italia purtroppo sconta ancora oggi la sciagurata e breve esperienza nucleare, conclusa con il referendum del 1987. Ancora una volta viene ribadito con assoluta certezza il valore delle lotte contro il nucleare, una energia prodotta con costi di produzione indubbiamente più bassi rispetto alle alternative, soprattutto da compagnie private, ma che ha un costo in termini ambientale ed economico abnorme nel momento in cui si pone il problema dello smaltimento delle scorie.

Un costo che grava principalmente sui bilanci pubblici, di cui dovranno occuparsi le future generazioni, senza sottacere le conseguenze che tali scorie possono avere per la salute dei cittadini che risiedono o lavorano nei pressi dei luoghi in cui sono conservate. La Sicilia ha già pagato, e sta tuttora pagando, un prezzo altissimo per l'interesse di Stato. Le raffinerie, le industrie inquinanti, le emissioni senza controllo, i depositi di materiali radioattivi, hanno già colpito duramente i siciliani che oggi manifestano stati di salute aggravati dalle condizioni del nostro territorio inquinato.

Tumori, leucemia e mali di ogni genere sono il prezzo del progresso, e in cambio che cosa abbiamo avuto? Prima di procedere con la realizzazione di una discarica per il materiale radioattivo nel nostro territorio sarebbe opportuno considerare le reali necessità di una terra già fin troppo maltrattata. Lavoro, salute e ambiente, a partire da questi criteri è opportuno programmare un futuro ecosostenibile per le future generazioni e per il bene comune. Davide Licari, Federazione di Trapani-Mimmo Cosentino, Segretario Prc Sicilia PSI, No alla trasformazione della Sicilia e dei suoi territori in discarica per rifiuti radioattivi La Federazione dei Giovani Socialisti – FGS di Sicilia e il Partito Socialista Italiano urlano tutto il loro sgomento per la notizia relativa alla creazione di quattro siti di stoccaggio di scorie radioattive sul territorio siciliano.

I quattro siti individuati tra le province di Palermo, Trapani e Caltanissetta hanno lasciato di stucco i sindaci dei comuni interessati che non sono stati neppure contattati, consultati o avvisati.  I siti di stoccaggio andrebbero a intaccare anche il parco delle Madonie, con Petralia Sottana – sede dell’amministrazione del Ente – individuata tra le aree e comuni costieri, agricoli e turistici. Il tutto in un territorio gravemente carente di infrastrutture e trasporti che necessita di investimenti per il potenziamento economico e infrastrutturale.

Il PSI si schiera compatto contro il deposito di scorie nucleari sul territorio, col segretario regionale Nino Oddo che afferma: “gli amministratori locali, che già fanno miracoli per tenere in piedi l’economia di questi comuni, non possono essere ulteriormente gravati con questa responsabilità e col rischio che, a causa di questi siti di stoccaggio, i territori ci rimettano il loro e perdano quote di produzione agroalimentare e di turismo”. Aggiunge il segretario FGS di Palermo, Mattia Carramusa: “non è assolutamente ammissibile che comuni tenuti in piedi miracolosamente  e senza investimenti pubblici per quanto riguarda sviluppo economico, infrastrutture, trasporti, energia, sicurezza e telecomunicazioni siano destinatari di 78.000 metri cubi di rifiuti radioattivi, di cui oltre 16.000 ad alta radioattività.

Il presidente della Regione, Nello Musumeci, agisca e tuteli almeno stavolta i siciliani. Non siamo né la polveriera né la discarica d’Italia” La richiesta del Psi è che la Regione faccia valere la difesa del territorio e si opponga a questi siti di stoccaggio. Alla Sicilia non serve lo stoccaggio di scorie tossiche e radioattive sul territorio, ma il finanziamento di un nuovo piano economico ed infrastrutturale. Un piano che potenzi i collegamenti e realizzi finalmente un moderno trasporto ferroviario,  che rifaccia strade e ponti di collegamento tra i comuni.

Serve un volano per l’economia sostenibile a livello ambientale e sociale e per l’occupazione giovanile, ancora oggi terribilmente indietro rispetto al resto del mezzogiorno d’Italia. Serve un riammodernamento edilizio in una regione in cui gli edifici sono spesso fatiscenti e comunque risalenti alla metà del secolo scorso. Questo è quello di cui ha bisogno la Sicilia, non certo di essere un sito di stoccaggio di rifiuti nucleari”. Ufficio stampa Trapani tra i 4 siti siciliani dove costruire il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.

L’Unione provinciale del PD di Trapani dice NO! La notizia, appena arrivata, è allarmante e sconcertante. Nella nostra provincia vengono individuate ben due delle quattro aree siciliane: Trapani e Calatafimi – Segesta. Indubbiamente, visto la geografia e la geologia che caratterizza la nostra Provincia, appare evidente che le zone individuate non rispondano ai 28 parametri richiesti nel 2014, i quali prevedono che questi depositi vengano costruiti lontano da aree vulcaniche, sismiche, soggette a frane ed inondazioni.

Comprendiamo la necessità di dotarsi di questi depositi, ma tutto ciò non può avvenire a danno di territori ricchi di bellezze culturali ed ambientali, come quelli della nostra Provincia, in cui le principali risorse a sostegno dell’economia sono il turismo e l’agricoltura. Non indietreggeremo un passo: come Unione Provinciale del PD ci impegneremo, attraverso tutti i rappresentanti del Partito Democratico in ogni sede (Comunale, Regionale e Nazionale) per tutelare la salute dei cittadini e dei nostri territori.

Lo Curto (UDC), colpo basso da Governo Conte nei confronti della Sicilia, no a deposito di rifiuti nucleari nella nostra Regione “Dal governo Conte un colpo basso nei confronti della Sicilia con un’azione di soppiatto che oggi individua la nostra regione quale sito per il deposito di rifiuti radioattivi. Niente di più grave poteva inaugurare l’anno, dopo mesi di ansie e preoccupazioni a causa della pandemia. La Sicilia non sarà mai una terra dei fuochi come la vorrebbe questo governo che ha fatto elaborare ad una società di Stato, Sogin, la mappa dei siti dove allocare le scorie radioattive.

Sono certa che si leverà una protesta di tutti i siciliani per dire no a questa follia. Sono coinvolte quattro aree nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta con i comuni di Trapani, Calatafimi Segesta, Castellana Sicula, Petralia Soprana e Butera. Se serve proporrò l’indizione di un referendum regionale per far sentire il no unanime dei cittadini contro tale ipotesi. Sorprende che questo piano sia stato elaborato in sordina, senza alcun coinvolgimento dei territori. Per di più l’individuazione dei siti mostra la totale noncuranza delle specificità dei luoghi, Trapani è una città d’arte che si candida a Capitale italiana della cultura per il 2022; Calatafimi Segesta è città dove insiste una delle più importanti aree archeologiche della Sicilia con il tempio e il teatro greco visitati da turisti di tutto il mondo.

Nella stessa area sono presenti preziose acque termali su cui bisogna costruire il futuro economico di tutto questo territorio; Castellana Sicula è la porta naturale del Parco delle Madonie, area protetta a ridosso degli impianti sciistici di Piano Battaglia e luogo di coltivazioni biologiche come i grani antichi e il pomodoro siccagno, che per la salubrità dell’aria e del sottosuolo, hanno conquistato i mercati internazionali; Petralia Soprana è città medievale con una storia secolare ed è ricca di beni culturali e monumentali; Butera, infine, è città risalente all’XI secolo con contaminazioni Arabo Normanne e deve il nome a Ruggero I.

Chi pensa di trasformare la Sicilia in una Chernobyl ha il disprezzo di quanti vi abitano e sappia che i cittadini si opporranno con tutte le forze”. Lo afferma Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana. Fratelli d’Italia- Segreteria Provincia di Trapani: "La Sicilia, la Provincia di Trapani in particolare, non sarà mai una discarica per scorie nucleari” “Il partito contrasterà questa decisione in tutte le sedi istituzionali. Una decisione che conferma il menefreghismo del Governo giallorosso nei confronti della Provincia di Trapani.

E’ evidente che i partiti di maggioranza, specialmente il Movimento 5 stelle, hanno tradito il mandato elettorale conferitogli dai siciliani, dai trapanesi. Un territorio, il nostro, che mai come oggi vanta una rappresentanza nelle istituzioni di tutta eccellenza. Il Ministro della Giustizia, europarlamentari, deputati, senatori che in aula contro il Governo Renzi si tingevano la faccia nero petrolio in segno di protesta e che adesso, invece, avallano le escavazioni. La vicenda delle scorie ne è l'ennesimo esempio.

Fratelli d'Italia si opporrà, infatti, all'installazione delle trivelle al largo delle nostre coste e nella valle belicina. Fratelli d'Italia esprime la propria solidarietà ai sindaci della Valle del Belice cui non è stato destinato nessun sussidio per la ricostruzione post terremoto. Questo stato delle cose non è più tollerabile, c’è una chiara intenzione vessatoria nei confronti della Sicilia e del territorio trapanese.” Giampaolo Caruso -Fratelli d’Italia Mazara del Vallo: una vergogna nucleare!! In Sicilia addirittura hanno fatto Poker grazie agli “Assi” che hanno anche solo immaginato uno scenario simile.

La nostra Terra dovrebbe avere il problema di dove mettere i miliardi prodotti da Turismo e Cultura anziché essere indicata come possibile sito di stoccaggio di scorie!! E' inaccettabile che la mappa del Sogin venga pubblicata durante una crisi sanitaria ed economica planetaria senza concertazione preventiva con i comuni interessati. Sarà un caso che il nulla osta è stato approvato il 30 dicembre e pubblicato il giorno prima dell’epifania? Vengano a relazionare alla Camera i Ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente.

Ci dicano anche come sia possibile considerare idonee zone di palese evidenza turistica oltre che non avere considerato la sismicità delle stesse... sia chiaro che faremo le barricate senza se e senza ma!! “Il circolo Orgoglio e Futuro di FdI si oppone all’eventuale nascita di depositi nucleari in provincia di trapani” Il circolo politico Orgoglio e Futuro di Fratelli d’Italia di Mazara del Vallo si opporrà con forza per impedire che i siti individuati quali sedi per il deposito di rifiuti radioattivi in provincia di Trapani possano sorgere.

Non è concepibile che il territorio della provincia di Trapani, vocato per natura all’agricoltura, al turismo, alle attività culturali e alla gastronomia, possa ospitare simili depositi. Fratelli d’Italia farà sentire le proprie ragioni e si opporrà in qualsiasi sede per modificare una scelta miope e insensata. Ciò che più ci preme è la salvaguardia della salute dei nostri cittadini ed il rispetto della normative in materia di sicurezza pubblica. Il portavoce Antonino Asaro Movimento "La Forza dei Fatti": "Sono da sempre contrari agli inceneritori ma ci vogliono seppellire con i rifiuti  radioattivi". Infatti dalle cronache di stampa apprendiamo tutti, che la sicila, insieme ad altre regioni del resto d’Italia, tra le quali toscana sardegna, Piemonte, solo per citarne alcune, sono tra le regioni ritenute dalla Sogin (e dai ministeri dell’ambiente e dello sviluppo economico) potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani.

È per noi una doccia gelata: le istituzioni locali da quello che si percepisce sin qui non erano mai state interpellate. Lo saranno, a quanto pare, solo a partire dai prossimi giorni, dopo la pubblicazione ufficiale della mappa dei siti potenziali. Non c’è spazio per trattative o valutazioni. Lo dico subito: la nostra risposta sarà un no secco e fermo. Niente e nessuno può farci cambiare idea, perché è chiaro che si tratta di una scelta che riguarda un territorio intero. E poi, in termini ambientali, la sicilia ha già dato: la vocazione di queste nostre aree è agricola e turistica, e non permetteremo che ci trasformino in un cimitero di scorie nucleari.

Mai!

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