Trapani, urgono interventi nello storico edificio della Casa della Fanciulla

Redazione Prima Pagina Trapani

Una situazione di assoluto degrado nell’immobile che era sede della Casa della Fanciulla e negli edifici circostanti, nel centro storico di Trapani, è evidenziata da Italia Nostra Trapani, in una lettera inviata al Prefetto, Daniela Lupo, al Sindaco Giacomo Tranchida e al soprintendente ai Beni culturali e ambientali, Riccardo Guazzelli.

“Dopo oltre 20 anni di abbandono, – affermano il presidente di Italia Nostra Trapani, Antonio Pellegrino, e la responsabile del neo Comitato “Cittadini in Bardai”, Caterina Popolano – l’immobile ha subito diversi atti vandalici, vari tentativi di incendio, il crollo di una porzione di tetto e, inoltre, al suo interno sono state accumulate quantità notevolissime di rifiuti e sfabbricidi; e questa grave situazione ha anche innescato un processo urbano di decadenza e di rovina,– sottolinea – sicché adesso anchealtri ruderi della zona sono utilizzati come discariche”.

Nel documento si ripercorre la storia dell’edificio e della Casa della Fanciulla, e si sollecitano interventi per la salvaguardia e il recupero strutturale e ambientale della zona. Non solo. “Riteniamo sia opportuno che la Regione ripiani gli eventuali debiti e ripristini l’edificio della Casa della Fanciulla – aggiunge Totò Pellegrino – per poi affidarlo, senza inopportuni aggravi di personale, al Comune che potrà curarne la gestione. Riteniamo altresì necessario un intervento della Protezione Civile per sanificare gli spazi più indecenti di quell’area”.

Di seguito la nota integrale, sottoscritta dallo stesso presidente di Italia Nostra Trapani, insieme alla vicepresidente dell’associazione, Maria Antonia Castagna, e alla responsabile del Comitato “Cittadini in Bardai”, Caterina Popolano.

"Ill.ma Signora Prefetto, auspichiamo un suo autorevole intervento per restituire ai cittadini trapanesi la “Casa della fanciulla”, un pregiato immobile storico di proprietà pubblica, che è abbandonato e versa in condizioni di grave degrado.

Il suddetto immobile è “gestito e tutelato” dalla Regione Siciliana, ha una superficie complessiva di 1.080 metri quadrati e occupa un intero isolato sito tra via Orfane, via Tre Badie, vicolo Sardo e via Gatti. Fu costruito nel XVI secolo dal barone Giacomo Ravidà che fu senatore di Trapani dal 1584 al 1589. Nel 1712 la struttura fu ampliata e, su progetto di Giovanni Biagio Amico, fu costruita la chiesa.

L’edificio, costituito da chiesa, convento e giardino, per alcuni decenni fu sede degli uffici dell’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Trapani e di una buona scuola per l’infanzia. L’immobile era vissuto come centro di aggregazione e presenza dell’amministrazione pubblica in quel lembo di centro storico.

Alla fine degli anni ‘90 gli uffici dell’Assessorato ai Servizi Sociali lasciarono la sede e nel 2003 anche la sezione di scuola per l'infanzia fu trasferita.

Allora, nel 2003, la “Casa della fanciulla”, ex Opera Pia, poi IPAB (Istituto per Assistenza e Beneficenza) fu chiusa e non è stata più utilizzata anche se formalmente è ancora una IPAB perché è stata fusa con l’IPAB dell’Ospizio Marino.

Con DPR 98 del 2015, l’Assessorato regionale alla Famiglia ha nominato un primo Commissario straordinario al quale ne sono succeduti diversi altri ma non si è mai provveduto ad alcuna manutenzione neanche quella minima indispensabile per garantire la conservazione fisica dello storico manufatto, degli arredi sacri, dei mobili e delle attrezzature didattiche.

Eppure i diversi Commissari hanno amministrato l’intero patrimonio IPAB che, pare, comprenda anche alcune saline produttive che sembra abbiano una rendita annua di circa 22.000 euro con l’obbligo di “destinare tutte le risorse al raggiungimento delle finalità istituzionali”.

Dopo oltre 20 anni di abbandono, l’immobile ha subito diversi atti vandalici, vari tentativi di incendio, il crollo di una porzione di tetto e, inoltre, al suo interno sono state accumulate quantità notevolissime di rifiuti e sfabbricidi. Questa grave situazione ha anche innescato un processo urbano di decadenza e di rovina,sicché adesso anchealtri ruderi della zona sono utilizzati come discariche. Il Comune di Trapani da tempo ha cercato di responsabilizzare i proprietari di qualche immobile ridotto a rudere e recentemente è stato costretto ad emettere l’Ordinanza n.

75 del 22.8.2025 con la quale ordina la demolizione dei diversi subalterni della particella 234 del foglio 303. È un intervento apprezzabile ma certamente non basta. Segnaliamo, per esempio, la macroscopica vergogna di circa 15 metri cubi di rifiuti in vicolo Sardo, all’interno di ruderi privati catastalmente identificati con le particelle 236, 245 e 248 del foglio 303. Segnaliamo anche che la fatiscenza degli immobili, lo spazio pubblico disabitato, e incustodito, l’incuria dei pochi abitanti ha aumentato la marginalità e il deterioramento della qualità della vita, comportando anche gravi ricadute socio-economiche.

Un brano di Città storica un tempo attivo e vissuto è ora in rovina e vilipeso dai sui stessi abitanti.

Riteniamo sia opportuno che la Regione ripiani gli eventuali debiti e ripristini l’edificio della Casa della fanciulla per poi affidarlo, senza inopportuni aggravi di personale, all’Ente più prossimo che potrà curarne la gestione. Riteniamo altresì necessario un intervento della Protezione Civile per sanificare gli spazi più indecenti di quell’area".