Un trentenne residente a Palermo deve rispondere di un furto aggravato ai danni di un negozio di telefonia e di una rapina messa a segno in un negozio di abbigliamento, commessi a Trapani nei giorni scorsi. I fatti sono resi noti in un comunicato stampa della Questura, dopo l’arresto del presunto responsabile da parte della Polizia.
Nel negozio di telefonia, ubicato in un’arteria principale della città, “dopo aver nottetempo frantumato con un tubo in ferro la vetrata”, un uomo “aveva seguitato a danneggiare anche le vetrine d’esposizione, asportando 9 Smartphone marca Apple modello Iphone del valore di circa 9.000 euro, dandosi precipitosamente alla fuga con la refurtiva”.
“Nella mattina del giorno successivo, i poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, durante l’ordinario controllo del territorio - grazie ad una spiccata capacità di osservazione e ad un notevole intuito - intravedevano aggirarsi nei dintorni dell’attività commerciale derubata, un ragazzo che, nonostante indossasse abiti diversi da quelli utilizzati per perpetrare il furto nella nottata, risultava avere la stessa fisionomia a quella descritta. Intuendo di essere braccato il giovane provava a dileguarsi ma veniva prontamente bloccato e identificato”.
Da accurati accertamenti si riusciva ad attribuire allo stesso la paternità del fatto: l’uomo veniva, pertanto, denunciato a piede libero e colpito immediatamente, grazie alla congiunta collaborazione con la Divisione Polizia Anticrimine, dalla misura di prevenzione di P.S. del foglio di via obbligatorio, a firma del Questore di Trapani, con l’obbligo di lasciare il territorio dei Comuni di Trapani ed Erice ed il divieto di farvi ritorno per un periodo di anni 3 senza preventiva autorizzazione”.
“Poco dopo essere stato rilasciato, il palermitano si introduceva all’interno di un negozio di vestiario ove si rendeva responsabile dell’appropriazione di diversi capi d’abbigliamento del valore di circa 500 euro. Tuttavia, vistosi scoperto dal direttore, con violenza cercava di guadagnare la fuga. Inseguito per le limitrofe vie cittadine, lo stesso veniva poi bloccato dai poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, che recuperavano la refurtiva riconsegnandola all’avente diritto”.
“Vista l’oggettiva gravità del fatto, attraverso l’acquisizione di solidi elementi di prova ed alle notevoli capacità professionali dei poliziotti, il giovane veniva tratto in arresto. Ciò consentiva all’autorità giudiziaria di blindare l’ipotesi accusatoria ed in fase di rito direttissimo di emettere la misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico”.