Trapani, a San Nicola rivive la pittura iconografica

Redazione Prima Pagina Trapani
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13 Settembre 2019 12:23
Trapani, a San Nicola rivive la pittura iconografica

Un'esposizione di arte sacra con la tecnica della pittura iconografica nella Protobasilica di San Nicola, nel Centro storico di Trapani, per far rivivere questa antica tecnica artistica che ha accompagnato la produzione dell'arte sacra nei vari secoli. Sono 13 le icone dipinte a mano, esposte a San Nicola e che potranno essere ammirate fino alla fine del mese di settembre, dall’artista iconografa trapanese Maria Cristina Pugliesi. «I misteri della salvezza. Un percorso iconografico nella vita di Gesù e della Chiesa» è il titolo dell'esposizione che contiene anche due icone provenienti dalla parrocchia dell’Isola di Marettimo, due icone appartenenti a privati, e le altre di proprietà della stessa artista.

Le icone in mostra arrivate da Marettimo sono la Vergine Eleousa detta della «Tenerezza», realizzata per la chiesetta bizantina di «Case Romane» nel 2018, e «La pesca di Pietro e Andrea» realizzata per la chiesa Maria Santissima delle Grazie nel 2012. Icona è il termine usato per indicare le immagini sacre dell’arte bizantina e russa dipinte su tavole di legno, arte che risale al cristianesimo dei primi secoli, e che nasce per testimoniare lo splendore del «Dio fatto uomo e la dignità dell’uomo creato a immagine e somiglianza del suo Creatore» come spiega l'artista iconografa di Trapani.

«Ho iniziato nel 2010 – spiega Maria Cristina Pugliesi – a studiare questa tecnica. Ho studiato al Liceo artistico, e l'arte è stata sempre la mia passione. Le opere di arte sacra che realizzo sono il frutto di una tecnica antica del '500, descritta nel Trattato di Cennino Cennini. Mi sono appassionata a questa tecnica nove anni fa seguendo un corso specifico in provincia di Milano, e sotto la direzione di vari maestri in particolare di Giovanni Raffa. La fede è stata uno dei motivi che mi hanno spinto a seguire e ad intraprendere questo cammino.

La mia è una ricerca sia personale sia artistica. L'icona, quale forma di arte, racchiude al suo interno diverse tecniche che consentono poi di arrivare al risultato finale. La doratura, ad esempio, rappresenta una delle tecniche che vengono utilizzate». Ed è un lavoro di ricerca, quello della Pugliesi, basato sull'arte sacra in Sicilia. «Nello studio di un'icona prendo riferimento dai canoni che abbiamo in Sicilia, in particolare dal periodo bizantino di dominazione dell'isola. Ho preso riferimento dagli esempi unici dei mosaici della chiesa della Martorana e della Cappella Palatina di Palermo, ma anche del Duomo di Cefalù e di quello di Monreale».

E a tal riguardo, la realizzazione dell'icona «La pesca di Pietro e Andrea» è nata studiando proprio due mosaici che ti trovano in quel di Monreale. Altre due icone, alle quali l'artista tiene particolarmente, sono quelle che ritraggono Sant'Alberto degli Abati, patrono di Trapani, e San Benedetto. «Per arrivare alla realizzazione di queste due opere – conclude la Pugliesi – ho studiato un frammento di un affresco della chiesa di Sant'Antonio di Erice custodito nel museo regionale Pepoli».

La mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione della diocesi di Trapani, delle parrocchie di San Lorenzo a Trapani e di Maria Santissima delle Grazie a Marettimo, e grazie alla disponibilità dell'associazione culturale «San Nicola». La mostra è visitabile, dal lunedì alla domenica, dalle 10.30 alle 21. Vito Campo

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