Riti della Settimana Santa 2021, ancora limitazioni a causa del Covid

Per la Settimana Santa rimarrà invariato il Decreto del 25 marzo 2020 emesso su mandato di Papa Francesco.

Maria Chiara
Maria Chiara Conticello
19 Febbraio 2021 00:27
Riti della Settimana Santa 2021, ancora limitazioni a causa del Covid

«Le decisioni prese non sono sempre state facili da accettare da parte di pastori e fedeli laici. Tuttavia sappiamo che sono state prese nel rispetto del bene comune e della salute pubblica». Termina così la nota  inviata dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti in cui sono state indicate le disposizioni da osservare nelle celebrazioni durante la Settimana Santa. La nota, a firma del prefetto – Cardinale Robert Sarah – e del segretario – l’Arcivescovo Arthur Roche – è stata inviata ai vescovi e alle Conferenze Episcopali di tutto il mondo.

«Il dramma della pandemia di Covid – scrivono – ha portato molti cambiamenti anche al consueto modo di celebrare la liturgia». Per la Settimana Santa rimarrà invariato il Decreto del 25 marzo 2020 emesso su mandato di Papa Francesco. Tra le scelte più sofferte da parte della Congregazione vi è, indubbiamente, quella di omettere la lavanda dei piedi – già facoltativa – e la processione conclusiva nella giornata del Giovedì Santo. La data della Messa Crismale, invece, potrà essere  spostata in un altro giorno più adatto, a scelta degli Episcopati secondo la situazione del Paese.

La celebrazione della Domenica delle Palme, inoltre, dovrà avvenir all’interno dell’edificio sacro. Modificato, poi, l’atto di adorazione alla Croce in cui il bacio sarà limitato al solo celebrante. Per quanto riguarda la Veglia Pasquale, infine, nella nota si chiede che venga celebrata esclusivamente nelle chiese Cattedrali e Parrocchiali e che la liturgia battesimale si mantenga solo il rinnovo delle promesse battesimali. Un riscontro positivo hanno ottenuto, però, i social media.

«L’uso dei social media – si legge nella nota – ha molto aiutato i pastori a offrire sostegno e vicinanza alle loro comunità durante la Pandemia. Si suggerisce di facilitare e privilegiare la diffusione mediatica delle celebrazioni presiedute dal vescovo, incoraggiando i fedeli impossibilitati a frequentare la propria chiesa a seguire le celebrazioni diocesane come segno di unità».

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