Nei giorni scorsi, attraverso un articolo, avevamo evidenziato diverse criticità dell’Ospedale “A. Ajello” di Mazara del Vallo a seguito della predisposizione di un reparto covid-19 (adesso dotato di 30 posti). Torniamo sull’argomento pubblicando una nota ricevuta dal Centro Studi “La Voce” ed inviata al commissario straordinario dell’ASP Trapani, Zappalà, all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, e al sindaco della Città, Salvatore Quinci. Ecco quanto si legge nella nota firmata dal presidente de “La Voce”, Girolamo Pipitone: “Il motto di Charles Maurras, “Politique d’abord” ovvero “La Politica Prima di Tutto”, ripreso da Pietro Nenni nel 1930, espressione cinica se si gioca sulla salute della gente, può giustificare la scelta di allocare prioritariamente, per la prevista recrudescenza, un nuovo Reparto Covid di 8 posti letto, con la scusa della disponibilità di locali con pressione negativa, nell’Ospedale di Mazara invece che a Marsala? Tutto ciò senza tenere conto : - Di quanto era stato speso in precedenza nell’Ospedale di Marsala nel corso della prima ondata della pandemia e della importantissima esperienza acquisita. - Delle criticità logistiche dell’Ospedale di Mazara, con il risultato di una grande confusione di percorsi tortuosi, frammisti e non dedicati, di ascensori non funzionanti, di sporco covid e non covid accatastato insieme, di sanificazione non garantita adeguatamente e di rischio immanente di diffusione di pandemia (per inciso: reato a rilevanza penale). - Della mancata realizzazione di un Reparto di Terapia intensiva Rianimatoria con i requisiti di legge (indispensabile per un DEA di 1° livello indipendentemente dal Covid) e conseguente trasferimento di pazienti intubati. - Della scarsità di personale, sfinito da turni inumani, preoccupato e forse pesantemente condizionato perché precario. - Della scarsità di DPI. - Della superficialità nei comportamenti nell’accoglienza e nei controlli per evitare fughe. - Delle decine di malati covid ormai sparpagliati per un intero piano, alla faccia della pressione negativa. Anche la promessa di non interferire con l’attività degli altri Reparti è venuta meno, con limitazioni all’attività operatoria e allungamento delle liste di attesa anche per malati oncologici e di reparti (Ostetricia) divenuti itineranti e ospitati (sic!) e accampati come profughi nei locali della Cardiologia. Non parleremo, perché noto a buona parte della popolazione mazarese, di ambulatori sparpagliati qua e là, di assembramenti ingiustificati all’aperto nel CUP nuovamente allocato nella ex area emergenza di Via Livorno, da anni profumatamente pagata anche se ampiamente sottoutilizzata, compresa una sala operatoria completamente attrezzata ma mai attivata. Forse i risparmi che si sarebbero potuti conseguire, avrebbero consentito l’acquisto dei DPI insufficienti e della strumentazione per attivare un Reparto di Terapia Intensiva Rianimatoria.
Chissà! Tutte queste considerazioni non sono frutto di fantasia ma lamentele assolutamente attendibili raccolte da personale che vive e rischia sulla propria pelle questa vicenda. E’ triste dirlo, ma la paura delle ritorsioni dei Signori della Sanità scoraggia chiunque dall’esporsi. Alla faccia della trasparenza e della democrazia. Se veri questi timori, ci sarebbe lavoro per le Procure. A questo punto Mazara pretende risposte chiare : 1.
l’Ospedale di Mazara rimarrà Covid? 2. Se sì, si faranno gli adeguamenti indispensabili per eliminare qualsiasi rischio, oltre che integrare l’organico? 3. L’Ospedale di Mazara, da sempre discriminato per scarsa rappresentatività politica, sarà DEA di 1° livello realmente operativo o è destinato ad esserlo solo sulla carta e quindi sfruttato a piacimento per tutte le evenienze? 4.
E quella struttura adiacente all’Ospedale Borsellino, destinata a CAMPUS, felice intuizione elettoralistica del passato, potrà essere utilizzata per l’occasione o rimarrà una piccionaia come sembra sia diventata?” Francesco Mezzapelle