Oasi di Capo Feto, “battaglia” contro il degrado o anche altro fine? Bisogna anche sporcarsi le mani…

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
20 Luglio 2020 12:41
Oasi di Capo Feto, “battaglia” contro il degrado o anche altro fine?  Bisogna anche sporcarsi le mani…

Per la scuola di kite surf e altri divertimenti a Capo Feto non occorre la riserva naturale!” questo è il titolo di un comunicato dell’ Associazione Pro Capo Feto- Federazione Nazionale Pro Natura.

Ecco quanto si legge nello stesso comunicato, non firmato dal responsabile della stessa Associazione, ricevuto dalla nostra redazione: “ascoltare periodicamente le dichiarazioni di consiglieri comunali, i comunicati televisivi e giornalistici di taluni che reclamano maggiore tutela per l’area naturale protetta di Capo Feto, che reclamano l’istituzione del vincolo di riserva naturale oltre ai vincoli già stringenti di Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e di Zona di Protezione Speciale (ZPS), crea sgomento in chi si spende realmente affinché la palude sia classificata vera riserva naturale.

Se la maggiore tutela, se il riconoscimento di riserva presuppongono, come sembra di cogliere dai comunicati, la semplice rimozione dei rifiuti per rendere più accogliente l’area agli umani e l’ufficializzazione: della balneazione, della scuola di kitesurf, del cosiddetto turismo lento, del ciclocross, della terribile pratica del motocross, dei fuoristrada 4X4 sulle dune, non è questo che bisogna chiedere. Agli Uffici regionali preposti andrebbero, più semplicemente, chieste le autorizzazioni per l’esercizio di dette attività.

Autorizzazioni che, in presenza delle moderne leggi a tutela del patrimonio naturale, nessuno si sogna di concedere, se non andando incontro all’abuso. Chi diffonde i sopraddetti comunicati continua a confidare quindi negli enti territoriali inferiori di governo che dimostrano ancora scarsa competenza o disinteresse per la cura del patrimonio naturale. Se le future generazioni, come vogliono le leggi, potranno continuare a godere delle bellezze naturali di Capo Feto, si sappia che il merito è di quei cittadini mazaresi che hanno sempre reclamato: o l’istituzione di una riserva naturale che escluda tutte queste ed altre attività impattanti o l’eliminazione dei vincoli protezionistici”.

Non è la prima volta che ci occupiamo come redazione delle problematiche relative all’area di Capo Feto Capo, situata sull’estremità sud occidentale della Sicilia, nei territori di Mazara del Vallo e Petrosino, e che è una delle ultime zone umide esistenti nell’Isola e rappresenta una risorsa ambientale tra le più importanti ma anche tra le più fragili. A partire dagli anni Cinquanta, la zona umida di Capo Feto è stata sottoposta a tutti i vincoli e alle tutele previste dalle leggi in materia di protezione dell’ambiente, sino al decreto del Ministero dell’Ambiente che l’ha sottoposta alla Convenzione internazionale di Ramsar.

Ciò nonostante, la zona umida di Capo Feto, anziché essere una risorsa d’inestimabile valore per le comunità locali, si presenta oggi sostanzialmente abbandonata al bivacco selvaggio e al campeggio abusivo (con ciò che ne consegue in termini di abbandono di rifiuti) nel periodo estivo, e al bracconaggio nei restanti periodi dell’anno

Bisogna dire la verità e non lasciarsi abbandonare a facili generalizzazioni in merito alle attività sportive che deturpano l’area; onestamente non crediamo che gli appassionati di “Kiter Surf”, del ciclocross e del cosiddetto “turismo lento” possano deturpare l’area in questione; anzi soltanto un gruppo di “kiter” ha cercato in questi anni e quasi quotidianamente (ci sono le prove) di tenere pulita l’area di competenza in massima parte dell’ex Provincia di Trapani; lo scorso 31 maggio anche i giovani volontari di “Libera la solidarietà” hanno intrapresa un’iniziativa simbolica con la rimozione di molti rifiuti (raccolti circa 30 sacchi) abbandonati da incivili, non certo dagli sportivi.

Nei mesi scorsi, a seguito di un sopralluogo nell’area, al quale hanno partecipato anche l’assessore ai Lavori Pubblici Michele Reina ed il responsabile del Servizio “Aree Protette” del Libero Consorzio Comunale di Trapani Roberto Fiorentino, lo stesso primo cittadino mazarese evidenziò la necessità della bonifica dell’area entro tempi brevi. Il sindaco Quinci sottolineò la “necessità di regolamentare la fruizione dell’area ed iniziative anche ricreative che consentano all’Oasi uno sviluppo eco compatibile. Il recupero dell’area protetta di Capo Feto –dichiarò- è un obiettivo prioritario della nostra Amministrazione che intendiamo centrare in sinergia con gli enti coinvolti nella gestione e salvaguardia del sito naturalistico”.

Crediamo che sia giusto l’avvio di una bonifica straordinaria dell’area di Capo Feto e la predisposizione di un regolamento per l’accesso ed un servizio di controllo; più volte il Circolo Legambiente “Fatamorgana”, attraverso attività congiunte con il Wwf ed altre associazioni ambientalistiche, ha cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione di degrado dell’area, spesso luogo di abbandoni di rifiuti di ogni genere da parte di cittadini incivili. Andrebbero effettuati controlli effettivi (anche con videosorveglianza) da parte della polizia municipale e di tutte le forze di polizia,  istallata  cartellonistica esplicativa,  istallati contenitori per i rifiuti; effettuata una raccolta quotidiana dei rifiuti nel periodo estivo e settimanale nel resto dell’anno. Non vorremmo che qualcuno (a seguito di qualche alterco nella stessa area con qualche gruppo occasionale di ciclisti) utilizzasse strumentalmente la situazione attuale della stessa area di Capo Feto chiedendo, come era già avvenuto con la cosiddetta “Colmata B” (quando si parlava di difendere, oggi stranamente silenzio sulla questione, quell’area, lasciata in evidente stato di degrado, dal deposito dei fanghi dei futuribili lavori di dragaggio del porto canale) la possibilità chissà di gestire, con il supporto indiretto degli enti locali interessati, la stessa area naturalistica.

Siamo di fronte ad un film già visto? Staremo a vedere.

Francesco Mezzapelle

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza