Isole minori, mancanza di reparti dedicati alle future mamme

La Regione Sicilia incrementa il bonus per partorire nelle Strutture del Sistema Sanitario regionale

28 Novembre 2021 20:53
Isole minori, mancanza di reparti dedicati alle future mamme

Le donne che vivono nelle Isole Minori attraversano, in questo momento storico, una difficile situazione per la mancanza di reparti sanitari dedicati, comportando così il trasferimento in altre strutture con costi aggiuntivi. In tal senso l’assessorato regionale alla Salute, con il decreto 1022/21, ha rifinanziato e incrementato il fondo grazie al quale potrà essere richiesto il bonus per partorire nelle strutture del Sistema sanitario regionale, che da tremila euro passa adesso a cinquemila euro.

Per accedere al contributo occorre avere due requisiti: essere residenti in un Comune di un’isola minore siciliana in cui è assente, anche temporaneamente, un punto nascita e avere partorito in una struttura autorizzata del Servizio sanitario regionale. La Regione Sicilia precisa in un nota: “il bonus ricorre anche in caso di interruzione di gravidanza verificatasi dopo il centottantesimo giorno dall’inizio della gestazione e nell’ipotesi di bambino nato morto o deceduto dopo un breve lasso di tempo.

Il beneficio può essere richiesto entro 60 giorni dal parto e può essere esteso anche alle mamme che hanno partorito nel periodo tra l’1 gennaio 2019 e il 31 dicembre 2020”. Abbiamo sentito Francesca Marrucci assessore alle Pari Opportunità del Comune di Pantelleria: “Nella nostra isola era attivo un solo un punto nascita in deroga attivo fino all’entrata del Covid, ma nel momento in cui sarebbe servito di più la deroga è stata revocata. Quindi, ci siamo trovati una situazione davvero difficile, con trasferimenti a Trapani in piena pandemia e senza possibilità di avere un accompagnamento”.

Sul rimborso spese cosa ci dice? “Un altro paradosso per le partorienti perchè non arriva in tempo utile: la Regione ha stabilito un tetto massimo di circa 100mila euro da mettere a disposizione di tutte le isole minori siciliane, di conseguenza le somme non bastano per tutte le partorienti, per cui si doveva e si deve sperare sempre in una ‘toppa finanziaria’ per garantire il contributo a tutti. Su questo ci siamo battuti anche a nome delle altre isole minori, non tanto per aumentare il plafond ma per renderlo dinamico, cioè senza mettere una quota fissa ma semplicemente ad esaurimento di tutte le esigenze, la pratica è ancora in itinere”.

Cosa ne pensa del bonus 5mila euro? “Utile, ma tocca capire quando effettivamente queste somme verranno erogate e saranno utilizzabili da chi lo richiede. Si tratta di anticipare delle somme che non sempre le stesse famiglie possono permettersi: un soggiorno per due o tre persone per circa un mese in un’altra città ha un costo elevato”. Ne abbiamo parlato anche con Marco Giorgianni, Primo Cittadino del Comune di Lipari. Sindaco qual è la situazione da voi? “La stessa che sussiste in tutte le isole minori.

Nel nostro ospedale c’era un punto nascite, poi chiuso per motivi di sicurezza che comprendiamo, ma capiamo anche l’importanza di una deroga: è una possibilità che andrebbe ripercorsa. Una deroga che però non può essere richiesta e concessa senza che ci siano gli adeguati investimenti, perché è giusto che le condizioni di sicurezza debbano essere mantenute. Non abbiamo mai fatto e preteso una battaglia ideologica sul fattore ‘nato a Lipari’ nella carta d’identità, ma il costo per le famiglie è realmente insostenibile.

Voglio invitare ad una riflessione: non sempre si può fare un ragionamento ‘costo benefici’, mantenere l’ospedale in condizioni ottimali con un reparto nascite ha un costo notevole rispetto al numero dei parti che abbiamo nell’isola. Però è pure vero che bisogna decidere cosa fare, questo vale sia per la sanità che per tutti gli altri servizi: se prendessimo sempre in considerazione il ragionamento del ‘costo beneficio’ allora nessun costo, nelle isole minori, avrebbe mai una risposta adeguata in fatto di numeri, tali da essere ‘conveniente’.

Tanto vale allora che chiudiamo tutto!”. Giorgianni ribadisce una grande difficoltà: “Far venire dei medici a Lipari è un problema, ma questo non vale solo per il reparto nascite, che non c’è più, ma anche per tutti gli altri settori. L’autorità sanitaria ha più volte fatto dei bandi, morale? Tutti andati deserti ed abbiamo davvero bisogno di figure professionali come gli anestesisti. Andando nel pratico, un chirurgo di un’isola si troverebbe tra le mani poche operazioni nel corso di un anno, mentre in un grande ospedale avrebbe molta più possibilità di fare esperienza.

Ecco perché i medici non decidono di venir qua”. Quale potrebbe essere la soluzione? “Delle norme specifiche per le isole minori dove mettere nero su bianco incentivi, maggiore punteggio ed anche un formula di rotazione (ogni 3 anni ad esempio) per i medici che scelgono di venire a lavorare in una piccola realtà. Tra le tante battaglie fatte, chiediamo una risoluzione tramite l’aspetto normativo, ma la legge sulle isole minori è in discussione da 5 anni!”. Sul bonus 5mila euro cosa ne pensa? “Non è la soluzione! Non manca la considerazione del disagio che la donna sta avendo per i notevoli costi da affrontare, manca una risposta permanente e risolutoria!”.

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