Dopo 73 giorni di silenzio finalmente un contatto diretto fra i familiari dei 18 pescatori (otto italiani, sei tunisini, due indonesiani e due senegalesi) sequestrati a Bengasi lo scorso primo settembre ed i familiari. Il contatto avvenuto nella tarda serata di ieri -secondo quanto si apprende dall'Ansa- è stato stabilito attraverso l'Unita' di Crisi della Farnesina, che ha messo in collegamento i familiari ed i loro marittimi detenuti nel carcere di el kuefia, a 15 km da Bengasi. Molta emozione dei familiari che appaiono più risollevati dopo aver sentito la voce dei loro uomini che avrebbero confermato tutti di stare bene.
Il sindaco Salvatore Salvatore Quinci, il vescovo della Diocesi, Domenico Mogavero, il presidente del Consiglio comunale, Vito Gancitano, ed i sindacati appresa la notizia della video call con i pescatori avrebbero espresso la propria soddisfazione agli stessi familliari. Si spera che questa chiamata sia il primo passo per la liberazione dei pescatori e dei due pescherecci Antartide e Medinea; la svolta sarebbe avvenuta a seguito della visita del ministro degli Esteri Luigi Di Maio in Emirati, Paese vicino al generale Khalifa Haftar colui che comanda in Libia Cirenaica.
Francesco Mezzapelle