"Trapani Popolare", personaggi che hanno fatto la storia: Pablito
Trapani non è solo cucina, tradizione e cultura: una delle nostre certezze, sia nel bene che nel male, è lo sport.
Calcio e Basket, infatti, hanno fatto sempre parte della nostra cultura e tutti insieme abbiamo festeggiato i vari traguardi. I fallimenti, invece, li vivevano in pochi.
E tra questi pochi c’era un uomo che tutta Trapani conosceva e voleva bene. Il suo nome era Paolo D’Angelo ma per tutti noi era e resterà per sempre Pablito.
Figlio di un portuale, da giovane si trasferì a Genova e si innamorò dei colori rossoblù – non a caso fu anche fondatore e unico membro del “Genoa Club Trapani” – non dimenticando mai le sue origini.
Tornando a Trapani nella vita adulta, infatti, Pablito non ha mai più abbandonato i colori granata, quasi da farne una seconda pelle. Sempre in sella allo scooter, era quasi una certezza per tutti i trapanesi.
Un vero tifoso del calcio e del basket che viveva vendendo gadget vari delle sue squadre del cuore. Nel tempo, poi, era diventato un punto di riferimento per le vari coreografie, gli striscioni, i fumogeni o semplicemente per le trasferte domenicali. Stadio Provinciale e Palailio - così come la sede del Trapani Calcio in Via Orlandini - erano dunque la sua casa.
Con i suoi modi gentili e il suo animo buono – oggi così difficili da trovare – Pablito rappresentava l’essenza del vero tifoso granata e, a un anno dalla sua morte, possiamo anche affermare che rappresenta l’essenza del vero tifoso granata: quello vicino alla squadra nelle vittorie così nelle sconfitte, nei momenti storici come nei fallimenti.
Insomma, con una fede granata che andava oltre il punteggio ma che era invece amore e appartenenza.
E possiamo affermare che a un anno dalla sua morte – sopraggiunta improvvisamente il 31 maggio 2021 – Trapani è un po’ più vuota.
Illustrazione di Giada Barbara