“Trapani Urbs Invictissima”: alla scoperta di San Liberale
Ottava puntata della rubrica storica che approfondirà le origini dei quartieri trapanesi: un ritorno al passato per conoscere meglio la storia della città dei due mari e delle strade che quasi ogni giorno percorriamo.
Ritornati a Trapani, i pescatori sbarcarono il prezioso carico nel luogo dove oggi sorge la Chiesa, motivo per cui vollero edificare lì un luogo di culto in onore del Santo. Dopo la sua costruzione, la Chiesa diventò protagonista di molte tradizioni trapanesi. Una di queste avveniva l’indomani della Pentecoste. I pescatori, naviganti e gli artigiani si davano appuntamento per una scampagnata fuori porta, la cosiddetta “scialata”, e stavano attorno alla “frazzata”, una grande coperta dove venivano collocate uova sode, frittata, pesci e fave.
Un’altra tradizione, invece, afferma che quella di San Liberale sia la Chiesa degli innamorati che, se si promettono amore davanti la struttura, convoleranno a nozze entro un anno.
Come il mulino, affiancato alla Chiesa e a Torre di Ligny, che non esiste più. O come la facciata della Chiesa, abbattuta per sicurezza perché l’azione del mare aveva fatto marcire il tufo. O, ancora, come la campanella in cima alla facciata della Chiesetta, rubata sette anni fa da qualcuno che, sicuramente, non apprezza abbastanza la storia e le tradizioni della propria città. La Chiesa di San Liberale, che nonostante gli anni e la vicinanza al mare rimane ancora in piedi, è la metafora che più si avvicina alla Trapani di un tempo. Quella Trapani che non c’è più, ma che rimane ancora in piedi grazie al ricordo di tutti coloro che la rammentano e che sperano per una Trapani migliore dove non vengono rubate le campane di una Chiesa, ma ci si incontra tutti attorno a una coperta per una scampagnata fuori porta. Chiara Conticello *Foto di Enrico D'Amico, Giuseppe Vella e Salvatore Christian Bartoli