“Trapani Urbs Invictissima”: alla scoperta della “Vicaria”
Trentunesima puntata della rubrica storica che approfondirà le origini dei quartieri trapanesi: un ritorno al passato, per conoscere meglio la storia della città dei due mari e delle strade che ogni giorno percorriamo. Alcune zone dell’antica Trapani hanno anche il merito di aver riempito di vocaboli il nostro dizionario dialettale. L’esempio più classico è indubbiamente il termine Vicarioto, usato come un sinonimo di delinquente e, molto spesso, dedicato ai bambini vivaci. Il nome Vicarioto, ma soprattutto il suo significato, deriva da un edificio costruito nel XVII secolo sito in Via San Francesco d’Assisi.
La struttura nacque come carcere e fu adibito a tale scopo per poco più di 300 anni – dalla seconda metà del 1600 al 1965 – e venne denominata da tutti A Vicaria. L’edificio venne costruito in una zona che, anticamente, era occupata da un complesso di case appartenenti alla Compagnia di Gesù. Strutturato in quattro piani e con un prospetto in bugnato liscio – una tipica pietra locale – è famoso soprattutto per le quattro statue telamoni, sculture maschili in tufo stuccato che venivano utilizzate al posto delle colonne per sostenere il palazzo. Proprio per la presenza del carcere, l’intera Via San Francesco d’Assisi venne definita A Vicaria e, negli anni, la zona si è resa protagonista di tanti aneddoti.
Uno dei più famosi fu quello di un venditore ambulante di frutta e verdura che, per parlare con il figlio incarcerato con cui non gli consentivano di avere un colloquio, escogitò lo stratagemma di dialogare con il figlio attraverso le famose abbanniate tipiche dei venditori ambulanti. Nonostante la Vicaria sia il palazzo più famoso della via, vi sono tante altre caratteristiche che dovrebbero essere citate e osservate. Tanti i particolari tipici trapanesi, come il caratteristico muro angolare, un antico cortile, i balconi con mensole in pietra e i resti di un portale arcaico, diventati l’ingresso di una scuola.
Poeta e drammaturgo precursore della poesia crepuscolare, nacque in un palazzo in Via San Francesco d’Assisi in cui, oggi, si trova una targa commemorativa. Tante, inoltre, sono le attività e le piccole botteghe tipiche trapanesi, come quelle in cui si lavorano le reti da pesca. Queste vengono spesso visitate dai tanti turisti ma soprattutto dagli alunni delle scuole elementari per far scoprire loro gli antichi mestieri della città. Arte, tradizione e aneddoti.
Sono, indubbiamente, queste le tre parole che descrivono la Via San Francesco d’Assisi. E a queste, non può che aggiungersi Vicarioto, una parola sicuramente negativa ma ricca di storia per Trapani e per i bambini trapanesi, soprattutto per quelli più vivaci. Chiara Conticello Ph: Leonardo Poma