“Trapani Urbs Invictissima”: alla scoperta della “Piazza Stazione”

Redazione Prima Pagina Trapani

Trentaduesima puntata della rubrica storica che approfondirà le origini dei quartieri trapanesi: un ritorno al passato, per conoscere meglio la storia della città dei due mari e delle strade che ogni giorno percorriamo.   Negli anni, Trapani ha visto tanti suoi giovani, padri di famiglia o lavoratori andare via. Viviamo in un’epoca dove ormai sono più funzionali gli aerei ma fino a poco tempo fa, il treno era uno dei mezzi pubblici più utilizzati per raggiungere destinazioni lontane.

E non è un caso che, per tantissimi anni, la cosiddetta Piazza Stazione era una zona centrale e molto frequentata dai cittadini, seppur quest'affermazione può sembrare strana guardando l'abbandono odierno.

La stazione venne costruita dalla Ferrovia Sicula Occidentale per ideare un collegamento ferroviario tra Trapani e Palermo e venne augurata nel luglio del 1880.

Un secolo dopo – precisamente nel 1989 – la Stazione di Trapani fu attraversata da uno dei volti più noti del cinema italiano: Marcello Mastroianni.

Diretto da Giuseppe Tornatore, Mastroianni interpretava il vedovo Matteo Scuro nel film Stanno tutti bene, presentato in concorso al 43° Festival di Cannes.

In viaggio verso il Nord alla ricerca dei figli ormai adulti che non vedeva da tempo, Mastroianni percorse proprio la Stazione di Trapani che venne rappresentata come era tanti anni fa: piena di gente e, soprattutto, piena di vita. Per tanti trapanesi, Piazza Umberto I – più volgarmente chiamata Piazza Stazione – ha rappresentato un vero e proprio luogo di incontro e, soprattutto, di risate. Di quest’ultime il responsabile era per lo più Giuseppe Mazzara che, tra un pieno di benzina e un altro, raccontava delle sue al quanto numerose conquiste.

A rendere più golosa la piazza, invece, ci pensava un piccolo chiosco rimasto alla memoria dei trapanesi soprattutto per la bontà delle sue arancine – nonostante, ad oggi, si ricordi solo che il figlio del proprietario diventò un frate –.

Il chiosco era frequentato da tanti giovani e lavoratori che, tra una pausa e un’altra, mangiavano le arancine e bevevano le bibite al tamarindo. Garbato e serio, u Zu ‘ndria Parrinello, era un gran lavoratore che dispensava sorrisi sottili nel servire le bibite e, forse anche per questo, è rimasto nella storia di una Trapani che non c’è più.

Una Trapani in cui, fuori dalla stazione, era sempre presente una carrozza con il cavallo e il cocchiere ad aspettare chi arrivava in città.

Nel 1966, la zona venne riempita da un nuovo edificio che diede, soprattutto, lavoro a tanti giovani trapanesi: il cosiddetto Palazzo da Cassa Mutua – precedentemente ubicato in Via Garibaldi –, cioè il Palazzo INAM (poi passato all’USL). E, insieme ad essa, vi erano tante attività che, unite al contesto della Stazione, resero , sempre più, la zona piena di vita. L’Hotel Sole, il Ristorante Safina, la Macelleria Sansica, i notai Giannitrapani e Manzo, la Cassa Rurale e Artigiana di Xitta e il deposito di farmaci Vulpetti di cui era Direttore tecnico il Dottor Virzì.

Attività che, oggi, non esistono più. Ma di cui resta il ricordo nel cuore dei tanti trapanesi che, tra un’arancina e un pieno di benzina, passavano giornate in quella piazza. Ricordi di una Trapani che, proprio come tanti concittadini, ha preso il treno e, purtroppo, non tornerà più. Chiara Conticello   PH: Leonardo Grillo, Enrico D’Amico